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mercoledì 30 novembre 2011

Un giudice che aiuta la ‘ndrangheta

Indagine del pm Boccassini. La Dda milanese fa arrestare il presidente della sezione «Misure di prevenzione», un consigliere regionale pdl e un avvocato milanese.

MILANO – Se hanno ragione gli investigatori milanesi, a tenere le chiavi dei tesori dei clan in Calabria c’era una sorta di “dottor Jekyll e mister Hyde” in toga: da magistrato ha sequestrato quasi un miliardo di euro alle cosche, ma stamattina è stato arrestato in una inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano con l’accusa di aver agevolato proprio la ’ndrangheta nella sua veste di presidente della sezione «Misure di prevenzione» del Tribunale di Reggio Calabria.



Al giudice Vincenzo Giglio, 51 anni, presidente anche di Corte d’Assise, esponente di spicco della corrente di sinistra di «Magistratura democratica», docente di diritto penale alla Scuola di specializzazione per le professioni legali dell’Università statale Mediterranea di Reggio Calabria, il procuratore aggiunto milanese Ilda Boccassini e i sostituti procuratori Paolo Storari e Alessandra Dolci contestano non il reato di concorso esterno nell’associazione a delinquere di stampo mafioso, ma le ipotesi di reato di «corruzione» e di «favoreggiamento personale» di un esponente del clan Lampada, con l’aggravante (articolo 7 del decreto legge 152/1991) di aver commesso questi reati «al fine di agevolare le attività» della ’ndrangheta.
Fonte: Corriere della Sera

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