Sulla scia della Primavera Araba, degli indignados spagnoli e del movimento Occupy, le proteste sociali hanno contagiato anche il Sud e Centro America. Nel 2011, i latino-americani sono scesi nelle strade di città grandi e piccole per difendere il diritto all'istruzione, proteggere le terre da controversi progetti stradali e minerari, e per richiedere la pace. Di seguito i momenti più salienti del 2011 raccontati direttamente dalle "voci latino-americane".
Movimenti studenteschi
Per mesi le immagini delle proteste degli studenti cileni hanno fatto notizia in tutto il mondo. Mentre la maggior parte delle testate internazionali si è concentrata sui continui scontri tra i manifestanti e la polizia, sui social network i cittadini hanno condiviso analisi, rapporti, immagini e video ripresi direttamente sul campo. Le manifestazioni, durate oltre sei mesi, chiedevano la completa revisione del sistema didattico. Sui blog gli studenti hanno raccontato in tempo reale le loro tomas (occupazioni) documentando le esperienze personali all'interno delle scuole. I ragazzi hanno anche caricato dei video amatoriali dei cosiddetti cacerolazos (quando si percuotono oggetti come casseruole, pentole, ecc...) e di varie situazioni - positive e negative - verificatesi durante le manifestazioni, tra cui un video che mostra degli studenti fermare un gruppo di manifestanti violenti.
Il movimento studentesco è rimasto un tema caldo sui social network e a ottobre, il Ministro degli Interni cileno ha presentato in Parlamento una proposta di legge 'Anti-Occupazione' e ha poi invocatouna legge per la sicurezza dello Stato, accendendo ulteriorimente il dibattito tra i netizen. Nel frattempo, in Colombia, studenti e docenti si sono riuniti per protestare contro la proposta di riforma della 'Legge 30' sull'istruzione superiore che, tra le altre cose, prevede la possibilità di investimenti privati nelle università pubbliche.
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