Pagine

domenica 25 marzo 2012

MESSINA E IL POST ALLUVIONE: «Solo promesse, non ho più fiducia». Come Nino Lonia urla la sua rabbia e punta l’indice contro Lombardo

Oggi le mani di Cettina non sono più sporche di fango. Ma lo sono state per giorni. Per quelle interminabili settimane, dopo il 1. ottobre, durante le quali ha cercato il suo Luccio, nel torrente che dalle vette rocciose di Altolia strapiomba verso Molino e poi veloce sino a Giampilieri. Ha sperato per giorni di ritrovare il suo corpo, per piangere, in pace, su un sepolcro che non fosse vuoto. Ma non c’è stato nulla da fare.

Il fango non ha mai restituito le spoglie di Luccio Sciliberto. Cettina continua nella sua mente a rivivere quei flashback, ma le ferite più grandi sono nel suo cuore. Per quello che non ha più, il suo adorato marito, e per quelle promesse mai mantenute da parte della gran parte dei politici che in quei giorni si affrettarono a prendere impegni, regalare certezze e soprattutto fare passerella. Lei come Nino Lonia racconta la sua rabbia. L’omaccione di Giampilieri lo ha fatto la settimana scorsa alzando la voce, lei invece è chiusa tra le sue spalle, gioca con un portachiavi tra le dita, sussurra. Ma le sue parole sono come macigni. Che rotolano, anche questa volta, sul presidente della Regione, Raffaele Lombardo. «L’ho incontrato un paio di volte – racconta Cettina – in entrambe le occasioni a Giampilieri. Aveva voluto raccontata la mia storia e mi aveva detto che sarebbe stata attenzionata in maniera particolare. Erano passate poche settimane dalla tragedia del 1. ottobre. L’ho rivisto durante l’ultimo anniversario, gli ho detto che avevo ancora fiducia. Non ho mai parlato, non ho mai rilasciato interviste. Ho vissuto il mio dolore in silenzio, sperando nella buona fede e nella coscienza di chi governa le varie istituzioni. Ma oggi la speranza ha lasciato il posto alla delusione. Ho capito che Lombardo ci ha preso in giro. È venuto qui promettendoci un lavoro e garantendoci un impegno costante. Sono certamente arrivati i fondi per gli interventi per la messa in sicurezza, sacrosanti e necessari, così come molto è stato realizzato ad Altolia anche in memoria di Luccio. Ma nessuno si è preoccupato di chi in quella notte ha perso tutto e adesso deve andare avanti».

Nessun commento:

Posta un commento