Pagine

lunedì 30 luglio 2012

Una poltrona a me e una a te

La Lega pretende la poltrona di direttore generale della sanità lombarda. E Formigoni per restare in sella gliela darà
Giro di nomine in vista nella sanità milanese. Forse prima della pausa agostana si regoleranno un po’ di conti al Pirellone. Scosso dalle accuse mosse all’uomo più potente della Lombardia, Carlo Lucchina, indagato per  aver favorito Cl e la Compagna delle Opere oltre ogni ragionevole decenza. Naturalmente Lucchina respinge ogni addebito, ma nell’aria c’è un cambio: la Lega vuole approfittare dei guai della giunta Formigoni per piazzare un suo uomo (o forse una sua donna) sul soglio più alto della sanità regionale.

Insieme a Lucchina potrebbero andarsene prematuramente anche un paio di direttori generali, ma concentriamici su questa poltrona, che come detto maneggia quest’anno, tanto per dare una cifra, 17 miliardi di euro. Chi sostituirà Lucchina per ridare credibilità a un sistema affogato nelle acque di Sardegna sotto lo yacht di Daccò? Un supertecnico al di sopra delle parti? No, ancora una volta un mandatario dei partiti di governo che controlleranno così business, nomine e tutto quel giro di prebende che si muove attorno alla sanità (e tra queste duole doverci mettere anche la possibilità di assicurare a famigli ed elettori un posto in corsia quando posto non c’è).
Tutto questo bailamme nella sanità lombarda, insomma, non è servito a niente. La Lega vuole la sua poltrona, sennò manda tutti a casa. E io penso che ce l’avrà. E che forse potrebbe venire occupata dalla maroniana, davvero vicinissima al Bobo lumbard, Cristina Cantù, che adesso è a Gallarate ma che alla Asl milanese c’è già stata.

Non solo, siamo così assuefatti alle spartizioni dei partiti che, tra me e me, dico: meglio la Cantù di Bresciani. Laddove Bresciani è l’attuale assessore leghista alla sanità; che non conta nulla perché comandano Formigoni e Lucchina.

Non so come si comporterebbe la Cantù. Ma il solo pensare che potrebbero metterci Bresciani mi fa tremare. E finisco col perdere di vista il commercio di poltrone. E col dimenticarmi che in un posto così ci vorrebbe uno bravo davvero, slegato dai partiti. Che ci vorrebbe un concorso vero, con dei contendenti veri… Vabbé ma questa è un’altra storia.  (Il Vaso di Pandora)

Nessun commento:

Posta un commento