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domenica 28 ottobre 2012

Il buco nero di Buzzanca. Trasporti in sciopero


Croce e Buzzanca
MESSINA
di Federico Scarcella da ilManifesto.it
In una recente apparizione a Report, nel variegato parterre di politici condannati e indagati, l’ex sindaco di Messina, Giuseppe Buzzanca, Pdl, alla giornalista che gli chiedeva perché un condannato per peculato d’uso (andò in crociera con l’auto blu) debba essere votato, rispose: «Parlo con lei soltanto se siamo in diretta». E tacque. Oggi la diretta è sul comune da lui governato fino alle recenti dimissioni (a causa della scelta di candidarsi alle regionali di domenica prossima in Sicilia), che rischia il default: secondo fonti sindacali è gravato da un debito tra i 200 e i 250 milioni. E Cgil, Cisl e Uil hanno organizzato per il 10 novembre (forse troppo tardi) una mobilitazione cittadina.

Si sa da un pezzo che la città dello Stretto è con le spalle al muro: l’Atm, l’azienda dei trasporti non paga i propri dipendenti e dei trenta tram di cui dispone ne circolano una dozzina scarsa, gli altri sono utilizzati come “donatori” di pezzi di ricambio di cui il magazzino non dispone perché l’azienda non ha soldi per acquistarli. I lavoratori dell’Atm hanno occupato il municipio, il sontuoso palazzo Zanca; due lavoratrici sono in sciopero della fame e una di loro, ieri, si è sentita male ed è finita al pronto soccorso. I dipendenti del comune chissà quando vedranno il loro stipendio e i netturbini di MessinaAmbiente incrociano le braccia. Ma Buzzanca… Lui che fa? Si candida.

La patata bollente l’ha lasciata al commissario straordinario da poco nominato. Non uno qualunque, ma l’ex procuratore capo di Messina, Luigi Croce, sul quale tutti farebbero affidamento qualora ci fosse ancora qualche euro in cassa. Ma soldi non ce n’è: i bene informati dicono che Croce, al suo arrivo, ha trovato in cassa 175 euro (non è un refuso).
La dimensione del disastro è venuta fuori poco a poco. Nel bilancio 2011 il deficit era “soltanto” di 65 milioni, mai ripianato e dunque diventato debito, ingrossato da varie poste venute fuori man mano, compresi i debiti fuori bilancio. Ieri la Corte dei conti ha scritto al commissario chiedendogli di inviare entro il 2 novembre una relazione sullo stato delle finanze del comune.

L’amministrazione dovrà dire se è in grado di garantire i servizi essenziali, altrimenti i magistrati contabili dichiareranno il dissesto, assegnando al Consiglio comunale un termine massimo di 20 giorni per deliberare lo stato di default. È la stessa città in cui Berlusconi meditava di lasciare il segno del suo passaggio, edificando quel ponte rimasto sulla carta e disegnato per la modica sommadi 600 milioni, quanto è costato il progetto dell’opera: tre volte i debiti di Messina. In città, invece, restano i segni della disperazione e gli sfregi della natura che l’1 ottobre di tre anni fa – nella tremenda alluvione che provocò 37 morti – trascinò a mare alcuni villaggi.

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