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sabato 26 gennaio 2013

Messina: Truffa all’Inpdap, pensioni a falsi vedovi

Assegnavano pensioni di reversibilità a persone che non ne avevano titolo e poi cedevano il quinto dello stipendio senza i necessari presupposti. Un sistema ingegnoso, quanto fragile visto che a far cadere l’organizzazione sono state alcune incongruenze non sfuggite al procuratore temporaneo dell’Inpdap di Messina che dopo aver raccolto le lamentele e notato anomalie nella gestione di alcuni casi, ha informato la polizia, che in un paio d’anni di indagine, ha fatto piena luce sulla truffa, divisa in due parti, prima ai danni dell’istituto di previdenza e, poi, a cascata, su alcuni istituti finanziari.

A finire in manette 12 persone, otto delle quali poste ai domiciliari mentre risultano indagati a piede libero 4 promotori finanziari messinesi. Secondo i riscontri ottenuti dagli investigatori, la mente del gruppo era il 56enne Angelo Genitore, dipendente dell’Inpdap fino allo scorso febbraio quando fu licenziato. Approfittando della sua posizione, avrebbe convinto i complici a presentare false autocertificazioni con defunti pensionati, per lo più uomini, non coniugati così da avere la certezza che l’emolumento dopo il decesso potesse essere riscosso dal falso consorte attraverso la reversibilità. Sovente il beneficiario di una pensione era delegato alla riscossione di un’altra dello stesso gruppo. Secondo l’accusa, infatti, Genitore avrebbe agito con l’aiuto di altre tre persone. Il 57enne Rosario Grasso, il 42enne Mario Miceli e la 49enne Nicolina Buda.

La seconda parte della truffa consisteva, invece, nella stipula di contratti con numerose finanziarie, che prevedevano la trattenuta del quinto dello stipendio sulle singole rate della stessa pensione di reversibilità, un meccanismo consolidato, reso possibile dall’abuso di potere di Angelo Genitore. (enricodigiacomo.org)

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