Il presidente Obama, che proprio ieri ha cominciato il suo secondo mandato, si impegna formalmente a mettere sotto controllo le armi, diffusissime dal momento che è la stessa Costituzione americana a garantire il diritto all’autodifesa.
E però - denunciano vari blog/siti alternativi - i grandi media continuano a tacere sulle connessioni fra uccisioni di massa e farmaci psicotropi di cui negli Stati Uniti si fa un uso non meno largo che di pistole, fucili e armi d’assalto. Antidepressivi tipo Prozac, sempre più spesso prescritti anche ad adolescenti e bambini anche di soli 5 anni.
In prima fila la Citizen Commission of Human Rights International che da due decenni si batte per fare chiarezza sugli effetti dei farmaci psicotropi e ha raccolto dati sulle uccisioni senza senso compiute da giovani e giovanissimi trovando che gli sparatori li assumevano o li avevano appena smessi.
Ma poco o nulla se ne parla, in America e quindi anche da noi. Un silenzio complice.
Se la lobby delle armi, la National Rifle Association (NRA) fortissima e oggi polemizza col governo Obama, ancor più potente e ramificata è la lobby delle case farmaceutiche, la Big Pharma cinica e durissima presa di mira da John Le Carré già una dozzina di anni fa. Un potere silenzioso che intimidisce i media americani (Pfitzer, Glaxo, Eli Lilly ecc. potrebbero subito togliere la pubblicità) e perfino la polizia. Arrivando a corrompere noti psichiatri professionisti.
Al processo di James Holmes, l’autore del massacro del cinema di Aurora emerge che la polizia nel suo appartamento non ha trovato solo un arsenale di armi ma ha sequestrato 4 boccette di medicinali. Di che tipo, non è stato rivelato, anche se Holmes era sotto trattamento psichiatrico. La dottoressa che lo aveva in cura era così preoccupata da aver avvisato l’università di Holmes della possibile pericolosità del suo paziente (vedi anche qui e qui).
Sotto terapia farmacologica pare fosse anche Adam Lanza, protagonista della strage di Sandy Hook che ha sconvolto Obama. “Era sotto cura; lo so per certo, ma è tutto quel che so”, ha dichiarato un’amica di famiglia al popolare programma tv “60 minutes”, riferisce il post di Infowars, che cita alcuni quotidiani minori.
Certo non farebbe un bell’effetto se un medico che prescrive un certo farmaco a un paziente si sentisse chiedere: “Ma quel farmaco non lo prendeva l’assassino di Sandy Hook?”. Meglio non parlarne. Così un post linkato in un tweet chiede: “Sono passate più di 3 settimane dalla sparatoria. Sappiamo tutto sulle armi che ha usato Lanza e nulla su quali farmaci usava. Dov’è finita la curiosità dei giornalisti? Dove il dar seguito alle storie? Dov’è il resoconto della polizia? Dove quello del medico legale? Dove le interviste ai medici?”
Da Harris e Klebold, gli autori della strage della scuola di Columbine del 1999, quasi ogni massacro di massa negli ultimi 15 anni vede coinvolto un qualche tipo di farmaco psicotropo. Lo stesso Michel Moore, autore del documentario su quel caso impressionante, è convinto che oltre al dilagare delle armi una responsabilità li abbiano anche quelle medicine.
Un gran numero di ricerche scientifiche collegano violenze e suicidi all’uso di farmaci psicotropi, esordisce del resto un altro post recente, che cita tre riviste accademiche. E racconta come un decreto del Senato per investigare la faccenda a livello federale sia rimasto fermo in commissione.
La Citizen Commission (Cchint) di cui abbiamo detto più sopra riferisce che tra il 2004 e il 2011 ci sono stati 11.000 report all’agenzia federale del farmaco (FDA) sugli effetti collaterali di tali farmaci collegati a violenze varie. Tra cui 300 omicidi, 3000 casi di mania e più di 7000 di aggressione (e la stessa FDA ammette che le vengono riferiti solo l’1-10% dei casi). (anche qui)
Almeno 31 sparatorie compiute nelle scuole o collegati a scuole sono stati compiuti da ragazzi sotto terapia o appena usciti da farmaci psicotropi, episodi che hanno provocato 72 vittime e 162 feriti, riferisce lo stesso post: segue elenco dei 31 casi, quasi tutti dal 2000 al 2012, solo tre fuori dagli Usa (in Francia, Finlandia, Giappone).
Un altro elenco di 42 casi dove gli autori di stragi e violenze erano sotto effetto di farmaci (si dice anche quali), lo ha postato sulla sua pagina Facebook tale John Noveske, un fabbricante di fucili di alto livello, riferisce il blog assai alternativo Naturalnews. Che racconta anche come questo J.N. tre giorni dopo sia morto "misteriosamente" in un incidente d’auto “anomalo”. Effetto della guerra fra lobbies? Rifiutiamo di arrivare a tanto, sebbene le due lobby, NRA vicina ai repubblicani, Big Pharma amica anche dei democratici, in questo momento siano antagoniste.
Di quali farmaci si parla? Nel mirino sono gli antidepressivi sempre più diffusi anche da noi (detti tecnicamente SSRI: inibitori del riassorbimento della serotonina), i cui effetti collaterali sul cervello, e quindi su umore e comportamenti, sono largamente noti, tanto che perfino i “bugiardini” mettono in guardia sulla possibile induzione di ostilità, violenza e pensieri suicidi, confusione, paranoia e altro ancora. Soprattutto possono provocare “mania”: “una condizione potenzialmente psicotica di intenso eccitamento mentale ed emozionale” che induce diverse reazioni. E illusioni di grandezza, ideazione di omicidi, grave inquietudine che può condurre al suicidio.
(Per spiegazioni più dettagliate rimandiamo a questo post, a questo e a quest’altro - riportato anche qui, e di cui è autrice la Dr. Moira Nolan del Medical Accountability Network . In ogni caso ci limitiamo a riferire fonti che ci appaiono attendibili).
Già nel 2005 l’Harvard Mental Health Letter, pur molto cautamente, avvisava che “il rischio che gli antidepressivi incitino ad azioni violente o autodistruttive è diventato il tema di rinnovate controversie, anche per via del crescente numero di bambini e adolescenti che ricevono prescrizioni per antidepressivi” .
E questo sembra essere il punto chiave: l’aumento vertiginoso dei farmaci psicotropi prescritti negli Usa a ragazzi e bambini di età sempre più bassa, a causa delle pressioni,anche illegali, delle case farmaceutiche. Lo racconta, con nomi, cognomi e link un post del dottor Peter Breggin, psichiatra nonché blogger dell’Huffington Post (edizione Usa), riprodotto direttamente dal sito della Cchint.
Il quadro che emerge è agghiacciante. Si parla di cause legali contro alcune delle maggiori multinazionali del farmaco conclusesi con transazioni e multe miliardarie, di accuse di pratiche illegali di marketing fraudolento per promuovere i loro farmaci. E addirittura del pagamento di due autorevoli psichiatri per sollecitare prescrizioni a bambini di un antipsicotico per adulti. Non trascriviamo i nomi, basti dire che uno è un professore di Harvard, al quale la multinazionale aveva persino scritto un articolo scientifico. Nessuno dei due ha poi patito conseguenze di sorta.
Nel mirino qui non sono solo gli antidepressivi, ma farmaci sempre più spesso utilizzati per trattare la cosiddetta ADHD, Attention Deficit Hyperactivity Desorder (deficit di attenzione e iperattività). Un disturbo che nel 2009 è stato diagnosticato al 12,5% dei bambini e al 5% delle bambine tra i 5 e i 17 anni (dati ufficiali). I 2,8 milioni di “casi” del 2008, oggi sono saliti a 3 milioni. Si capisce il giro d’affari. Con le stesse scuole che a quanto pare esortano i genitori di bambini che magari danno un po’ fastidio, a farsi prescrivere le medicine (le scuole che ospitano studenti con problemi mentali riceveranno più fondi pubblici).
Ma l’ADHD non è una malattia mentale, può avere innumerevoli cause, anche ambientali e sociali e necessita di cure di altro genere, sostiene la corrente di pensiero del dr. Bregging. La preoccupazione maggiore è che bambini trattati con questi stimolanti in seguito diventino oggetto di altri trattamenti, questa volta antidepressivi. Come sembra stia già cominciando ad accadere, in un circolo vizioso certo poco salutare.
Il piano di Obama – lo si è sottolineato poco – prevede anche di allargare l’accesso ai servizi di salute mentale, a condurre ricerche sulle cause e la prevenzione della violenza armata, a formare gli insegnanti cosicché individuino in anticipo i ragazzi problematici ai quali vietare il possesso e l’uso di armi. Purché anche queste precauzioni non finiscano per produrre un mero un aumento di “trattamenti farmacologici obbligatori”. Sarebbe un bel successo per Big Pharma, ma forse meno per gli americani.
Fonte: Lastampa da la leva
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