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martedì 15 gennaio 2013

Teatro Pinelli occupato a Messina: stiamo restituendo questi spazi sottratti alla città

Il teatro in fiera Pinelli occupato chiede una rettifica immediata delle informazioni divulgate da Lucio D’Amico negli articoli apparsi sulla prima pagina della Cronaca di Messina della Gazzetta del sud di oggi, e rilanciate da quasi tutta la stampa locale.

Il teatro Pinelli non ha nessun “responsabile del gruppo rapporti con i media”. Il comunicato citato nell’articolo è firmato “Teatro in fiera Pinelli occupato”, ed è stato redatto collettivamente e approvato dall’assemblea del cantiere costituente. Chiunque, facente parte o meno dell’assemblea, divulghi i nostri comunicati non può esserne ritenuto l’unico firmatario.



L’assemblea del teatro in fiera Pinelli si sta dando una struttura giuridica di base: un comitato aperto che ha come obiettivo un percorso costituente per il riconoscimento del teatro in fiera Pinelli, dell’ex Irrera a mare e dell’area dell’ex Fiera come beni comuni, non solo per difenderli nell’interesse di tutti dall’incuria e dalle speculazioni a cui sono stati esposti dalle politiche cittadine, ma anche per rivitalizzarli nella pratica.
I beni comuni sono direttamente legati a valori promessi nella Costituzione italiana nata dalla resistenza, ma sono sottratti al nostro vivere comune, perché continuamente traditi dalle oligarchie private e pubbliche.
Desideriamo per un mondo nuovo istituzioni nuove, partecipate, ecologiche, autorevoli, rispettose della creatività di tutti, capaci di opporsi all’interesse privato e all’accumulo senza fine. Per questo stiamo restituendo nella pratica questi spazi sottratti alla città, senza trarne alcun profitto e senza alcuna gestione privatistica. Siamo collegati a tutte le altre comunità in lotta per la difesa dei beni comuni (no tav, rete no ponte, Teatro Valle Occupato, No MUOS, teatro Coppola liberato, Teatro Garibaldi aperto, Teatro Rossi, Cinema Palazzo, Teatro di Ostia occupato, asilo La balena, teatro Marinoni).

Non stiamo immaginando e facendo vivere questi spazi come il perimetro di un piccolo collettivo identitario, ma aprendoli in concreto alla creatività, all’intelligenza, alla ricchezza di tutta la società soffocata e dissipata da chi li aveva abbandonati al degrado e alla fatiscenza.

Il teatro in fiera Pinelli e l’ex Irrera a mare sono stati in questo mese attraversati da tantissimi lavoratori dello spettacolo, della conoscenza e sostenitori: dall’orchestra del Teatro Vittorio Emanuele, Giovanni Renzo, Luca Fiorino, Big Mimma, Carullo-Minasi, Angelo Campolo, Federica De Cola, Patrizia Baluci, accademia Sarabanda, Danzarte, Tino Caspanello, Cinzia Muscolino, Tino Calabrò,  Donatella Venuti, Gianfranco Quero, Marcherita Smedile, Il Castello di Sancio Panza; Antonio Lo Presti, Ninni Bruschetta, Maurizio Marchetti, Frank Martino Jazz trio, Roberta Ricci, Centro sperimentale Progetto Danza,  Antonio Alveario, Giacomo Farina, Renzo Di Chio, Daniele Gonciaruk, Carmelo Geraci, Mimì Sterrantino, Toti poeta e molti altri. La scelta di prendersene cura dal basso è stata presa e difesa nel corso di affollatissime assemblee cittadine che hanno visto la partecipazione del Prefetto, dell’Autorità Portuale, dei presidenti della IV e V Circoscrizione.

Nel corso del Consiglio aperto indetto in data 10 gennaio 2013 dalla IV Circoscrizione, dal titolo “Occuparsi di città”, all’interno del salone delle conferenze dell’Ente fiera, è stato manifestato aperto sostegno alla nostra iniziativa da parte di numerose istituzioni: dal presidente dell’ordine degli architetti, al Genio Civile, al Cesv, dalla stessa IV e dalla V Circoscrizione, a politici e deputati di ogni colore politico, da semplici cittadini e cittadine che sono per noi la principale risorsa di questa città e che hanno saputo cogliere lo spirito della nostra lotta. In quella occasione l’ingegnere Di Sarcina, a nome dell’Autorità portuale, ha dichiarato di voler investire sul dialogo con gli occupanti, e che era arrivato il momento di riconoscere il merito della loro vittoria politica. Subito dopo, però, e senza alcun preavviso, l’Autorità Portuale sigillava dall’interno i locali dell’ex Irrera a mare, dimostrando una assoluta mancanza di corrispondenza tra le parole pronunciate pubblicamente e i gesti concreti di chiusura al dialogo.

Su una questione di fondo siamo stati sempre molto chiari: non possiamo accettare che la titolarità delle decisioni ultime su ciò che appartiene a tutti risieda esclusivamente in capo ai responsabili della gravissima condizione in cui versa oggi l’intera cittadella fieristica, i cui cancelli ancora chiusi rappresentano simbolicamente la relazione che l’Autorità Portuale intende intrattenere con i cittadini di Messina. Vogliamo invece rilanciare la sfida difficile ma irrinunciabile della democrazia vera, quella che sta in ascolto delle istanze che pulsano nel cuore della nostra città. Coerenti con questa impostazione, continueremo, con l’entusiasmo e il coinvolgimento di tante e tanti, a camminare lungo la rotta del Bene Comune. (da nuovosoldo)

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