Rassegna stampa (news selezionate da staff saluteme.it) di salute e ambiente in Sicilia
venerdì 1 marzo 2013
Carenza progettuale ed esecutiva dell’approdo di Tremestieri
Messina – Il Presidente dell’Autorità Portuale Nicola De Simone non si è tirato indietro alla richiesta di verità da parte del Comitato la nostra Città, che, ricordando l’ultima vittima dei tir, (Natale Lembo , investito da un tir il 28 settembre 2012) ha convocato un’assemblea pubblica tra cittadini, amministratori, stazione appaltante e responsabile del procedimento per discutere e conoscere i dettagli sull’appalto per il consolidamento della diga nel porto di Tremestieri, che da 11 anni non ha prodotto significativi cambi di rotta del gommato pesante.
De Simone, a riguardo, ha inviato un documento al Presidente del Comitato, Saro Visicaro, che dal 2000 ha intrapreso una battaglia civile per chiedere con forza lo stop al passaggio dei tir, che oggi ha letto pubblicamente alla riunione in Piazza del Popolo, dinanzi anche al Presidente del Consiglio Pippo Previti, all’Ing. Capo del genio Civile Gaetano Sciacca e a numerosi cittadini intervenuti.
“L’attuale approdo di Tremestieri – scrive nella nota De Simone – costruito con ordinanza di protezione civile del 2002 dalla Protezione Civile di Messina, ed entrato in esercizio nel 2006, ha mostrato da subito una certa vulnerabilità alle mareggiate di scirocco e all’insabbiamento, tanto che nel 2008 la testata del molo di sopraflutto ha iniziato a cedere favorendo i ben noti fenomeni di insabbiamento e di interdizione parziale o totale dell’opera. Sono stati necessari parecchi interventi di ripristino dei fondali e di riparazione delle strutture a terra, i cui ingenti costi sono stati sostenuti dall’Autorità Portuale. Con un affidamento al Genio Civile OO.MM. l’Autorità portuale ha provveduto ad acquisire un progetto di riparazione della testata del molo, onde risolvere definitivamente le problematiche sopra riferite, e peraltro ha commissionato uno studio specialistico volto ad accertare le cause del danneggiamento precoce del molo e dell’insabbiamento, affidando tale studio ad un pool di esperti docenti universitari.
Gli esiti dello studio sono stato trasmessi alla Prefettura di Messina, stazione appaltante dell’opera, per i provvedimenti da questa ritenuti opportuni.
Da tale studio emerge una carenza progettuale ed esecutiva dell’opera, che giustifica i danni oggi emersi. Non è pertanto il sito ad essere la causa dei danni, ma le modalità progettuali ed esecutive.
Il progetto di riparazione – continua De Simone – prevede una soluzione tecnica assai più robusta e definitiva, che permetterà ad opere eseguite di superare le attuali problematiche di parziale uso del molo, con le ricadute che ne derivano sulla viabilità urbana.
Tuttavia, come si è avuto modo di riferire in innumerevoli occasioni pubbliche e sulla stampa, i lavori procedono a rilento a causa di complessità nella perforazione dei pali che la direzione dei lavori e l’impresa hanno rappresentato formalmente e dimostrato tecnicamente più volte. In sostanza, 66 pali in calcestruzzo da eseguire al porto devono essere infissi attraversando un banco di scogli di pietra lavica tenace, seguito da ciottoli torrentizi addensati di grana grossa che ha imposto tempi esecutivi e tecnologie diversi da quanto preventivato in progetto.
In concreto – ha precisato il Presidente dell’Autorità Portuale – è stato necessario approvvigionare una macchina perforatrice capace di attraversare la roccia “in continuo”, attraverso un meccanismo di rotazione e taglio che, se da un lato risulta efficace per il raggiungimento dell’obiettivo tecnico, dall’altro comporta tempi esecutivi molto più lunghi del previsto. A ciò si aggiunga che la macchina è costruita in pochissimi pezzi e non è stato possibile affiancare una seconda per raddoppiare la produzione e che, infine, in un paio di circostanze ha subito danneggiamenti per usura di alcuni pezzi ed è stato necessario riportare la stessa in officina per corpose riparazioni.
Di fronte a ciò, oggi solo il 50% dei pali è finito e l’impresa indica circa sei mesi di sforamento sui tempi ufficiali di ultimazione delle opere il tempo verosimile di conclusione delle opere in generale.
Nel frattempo, il molo opera con una sola invasatura perché la seconda è interessata dal cantiere.Questa è la situazione attuale, che a fronte di un disagio evidente permetterà di avere un’opera solida al termine dei lavori.
Ogni circostanza qui sopra sinteticamente riferita è riscontrabile dai corposi atti ufficiali depositati presso questa Autorità Portuale, assieme alla documentazione contabile ed altro, che costituiscono l’unica verità riscontrabile sul porto di Tremestieri”.
Una verità non da poco. Di fatto si ammette l’esistenza di gravi carenze progettuali, di “buchi neri” per citare le parole usate nel suo intervento dall’ing. Sciacca, che hanno evidentemente reso inutile l’approdo di Tremestieri.
"Questi 11 anni di “emergenza” irrisolta, di soldi spariti, e gli oltre 40anni di quotidiana invasione di carovane di tir che attraversano la città con una lunga scia di incidenti e di inquinamento, rappresentano il fallimento di chi ha amministrato e di chi avrebbe dovuto tutelare i cittadini e garantire la certezza della legalità” – dice Saro Visicaro, che, d’accordo con gli altri membri del comitato, ha annunciato al termine dell’assemblea di presentare un esposto alla Procura della Repubblica affinchè possano emergere le responsabilità istituzionali ed amministrative che hanno ostacolato il buon funzionamento del secondo approdo.
Fonte: Messinaora.it
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