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martedì 5 marzo 2013

Sicilia: via al “pacchetto tsunami”, abolite le province


PALERMO – Lo ha chiamato “pacchetto tsunami”. Si tratta di sei disegni di legge approvati ieri sera dal governo siciliano, a cominciare da quello per l’abolizione delle Province. Rosario Crocetta si presenta ai cronisti con la fierezza di chi è convinto di “portare avanti la rivoluzione” in Sicilia. E a chi parla di misure che potrebbero piacere ai cinque stelle o addirittura concordate con i loro, Crocetta risponde netto: “Io sono più grillino dei grillini, basta con questa storia, sono stufo. Io governo – sbotta – ho l’obbligo di presentare leggi: chi ci sta, ci sta. Sto solo portando avanti quanto ho promesso in campagna elettorale”.



Il ddl che sopprime le Province regionali, sostituendole con i liberi consorzi tra comuni, come prevede lo statuto speciale, è stato trasmesso in commissione Affari istituzionali dell’Assemblea, che si riunirà nel pomeriggio. Nelle more dell’approvazione della riforma (50 milioni di risparmi a regime, e 10 milioni dal taglio delle sole indennità), il governo propone il rinvio di un anno delle elezioni, fissate a fine maggio, e il commissariamento degli enti. Ma lo tsunami, nelle intenzioni del governatore, che era insieme a buona parte della sua giunta, è più esteso. Negli altri disegni di legge c’è un pò di tutto: dall’idea di attuare l’Alta Corte in Sicilia (prevista dallo Statuto), alla creazione di un fondo contro la povertà, dal sussidio minimo per le famiglie meno abbienti (non meno di 5 mila euro), all’abolizione degli Istituti autonomi case popolari (Iacp), dal taglio dei Cda di alcuni enti, al trasferimento all’Irfis-Fin Sicilia (società finanziara della Regione) delle competenze finora svolte da Casse per il finanziamento di artigiani (Crias) e cooperative (Ircac).

E tagli sono in arrivo per altri enti sovvenzionati, come il Cerisdi, e su alcune spese che Crocetta imputa “a una casta fantasiosa” come i 500 mila euro per la gestione degli uccelli nelle gabbie del Parco d’Orleans (compiti che andranno alla forestale). Ma c’è di più. Crocetta sfida lo Stato sull’art.37 dello Statuto speciale, che prevede il pagamento alla Regione delle imposte delle imprese con impianti nell’isola ma sede legale fuori dalla Sicilia. “Faremo un decreto col quale autorizzeremo la Serit (società di riscossione) a riscuotere direttamente le imposte: visto che Roma non firma il decreto sulla base della proposta d’accordo, lo facciamo noi”. Se l’operazione andasse in porto, la Sicilia incasserebbe 1,5 miliardi di euro all’anno. (da nuovosoldo)

Non solo l'abolizione delle Province, ma anche un «reddito di solidarietà» pari a mille euro ai «nuclei abitativi» che si avvicina molto al reddito di cittadinanza. Temi che stanno a cuore ai 5 stelle e che il governatore, Rosario Crocetta, ha deciso di portare avanti con forza, nel segno di quel 'modello Sicilia' che piace a Beppe Grillo e che può fare da assist a Pierluigi Bersani nella complicata partita della formazione del nuovo governo a Roma.

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