Sono molti i candidati che intendono cimentarsi alle primarie, per l’elezione del futuro Sindaco di Messina Tutti appaiono animati da spirito di servizio e cercano di superarsi l’un l’altro immaginando una città diversa e migliore. Ma con quali risorse economiche ritengono di potere operare? Dopo le ultime dichiarazioni della Corte dei Conti, appare evidente che: “l’ente Comune non può garantire: l’assolvimento delle funzioni e dei servizi indispensabili; e che esistono nei confronti dell’ente locale una notevole quantità di crediti liquidi ed esigibili di terzi cui non si possa fare validamente fronte con le modalità di ripristino degli equilibri di bilancio, di cui all’art. 193 D.Lgs. 267/2000, nonché con le modalità di cui all’art. 194 per le fattispecie ivi previste” . In altri termini è evidente che il Comune versa in stato di dissesto finanziario.
Non è possibile nascondere questa verità sperando in improbabili finanziamenti di presunti Enti amici (Regione, e Stato). In realtà, ignorando lo stato di dissesto si peggiora inutilmente la situazione economica dell’ente. Infatti, la dichiarazione di dissesto non comporta la chiusura dell’Ente o lo smantellamento dell’attività amministrativa e di servizio ai cittadini, consiste invece in una medicina necessaria per il risanamento, con aspetti dolorosi , ma anche con la previsione di un cammino ben definito dalla legge, che tende ad aiutare concretamente la città a risorgere. In particolare: Il Comune sarà gestito da due distinti organi;
1) L’organo straordinario di liquidazione composto da una commissione di tre membri commissari nominati fra magistrati a riposo della Corte dei Conti, della magistratura ordinaria, del Consiglio di stato, fra funzionari dotati di idonea esperienza nel campo finanziario e contabile in servizio o in quiescenza dei Ministeri, fra segretari comunali e ragionieri comunali e provinciali anche in quiescenza, ecc…I liquidatori potranno contare sugli aiuti regionali, su dei mezzi finanziari disponibili ai fini del risanamento (mutuo dedicato) e sui fondi ricavati dall’alienazione dei beni patrimoniali..
2) Il sindaco ed il Consiglio Comunale gestiranno le entrate normali della città utilizzandole per i servizi sociali, per le manutenzione e per le necessità ordinarie e straordinarie, dopo aver elevato le aliquote ed il costo dei servizi al massimo previsto dalla legge. (di fatto già raggiunto).
La dichiarazione del dissesto blocca gli interessi passivi e le esecuzioni coattive promosse, ed inserisce un cammino virtuoso che va verso una effettiva ricostruzione economica e nello stesso tempo non trascura gli interessi generali della collettività, assicurando una gestione corrente libera dai pesi economici pregressi , che può concretamente immaginare e programmare la nuova Messina.
Ritengo quindi che il dissesto non vada guardato come un mostro da evitare, ma come una medicina necessaria ed utile per il bene della città. Nell’attuale condizione finanziaria, i buoni propositi dei tanti candidati a Sindaco sono soltanto aria fritta lontana dalle effettive potenzialità della città.
Franco Providenti
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