MESSINA – L’accusa per le quattro persone arrestate è di corruzione ed atti contrari ai doveri d’ufficio nell’ambito di concessioni edilizie in aree protette. Un nuovo terremoto giudiziario scuote la città dello Stretto.
Ecco i nomi delle persone finite agli arresti domiciliari:
Francesco Curcio, 59 anni, ex consigliere comunale.
Roberta Curcio, 30 anni, ingegnere.
Aurelio Arcoraci, 59 anni, titolare di un’impresa di costruzioni edili.
Giuseppe Bonaccorso, 57 anni, collaboratore della ditta Arcoraci.
Sospensione dell’esercizio del pubblico ufficio per l’impiegato comunale Biagio Restuccia.
Gli altri indagati sono Luca D’Amico, Luigi Ristagno, Vincenzo Pinnizzotto, Placido Accola, Salvatore Bonaccorso, Antonino Scimone e Massimo Fulci.
I reati si sviluppano in seno alla Commissione per la verifica delle valutazione di incidenza del Comune di Messina, preposta alla valutazione e all’ammissione di eventuale pare favorevole di progetti edilizi tenuti a rispettare “la salvaguardia, la protezione ed il miglioramento dell’ambiente, compresa la conservazione degli habitat naturali, della flora e della fauna selvatiche”.
Le indagini hanno permesso di evidenziare la figura di uno degli arrestati, Francesco Curcio, membro della commissione, il quale è stato in varie occasioni l’artefice di atti contrari ai dover d’ufficio nell’ambito di analisi di progetti per i quali la figlia Roberta rivestiva il ruolo di tecnico. Curcio, con l’aiuto del dipendente, raggiunto da sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio, creava “corsie preferenziali” per i progetti nei quali veniva interessata la figlia. Roberta Curcio, in qualità di tecnico, a discapito delle altre figure professionali.
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