Dal Giappone una scoperta scientifica, che alimenta nuove speranze nella lotta al cancro. Ambasciatore di questa possibile rivoluzione è un reagente chimico che a contatto con le cellule cancerose diventa fluorescente e consente di individuarle anche a occhio nudo.
Una volta perfezionata, questa tecnica potrebbe consentire di identificare carcinomi di dimensioni ridottissime che oggi ancora sfuggono alla risonanza magnetica e ad altre pratiche in uso.
Dovuta alla reazione chimica innescata dal contatto con un enzima noto come CGT, la fluorescenza regala in circa un minuto alle cellule cancerose una visibilità fino a 20 volte maggiore.
Il reagente alla base del processo porta la congiunta firma di Hisataka Kobayashi, dell’Istituto Giapponese della Sanità, e del professor Yasuteru Urano dell’Università di Tokyo. “Utilizzato nel corso di un intervento chirurgico – dice quest’ultimo -, il reagente rende le cellule malate immediatamente visibili. Questo riduce sensibilmente il rischio che alcune di queste cellule non vengano individuate e resti quindi un focolaio della malattia”.
A test ancora in corso, i ricercatori escludono possibili effetti collaterali del reagente e parlano anzi di tecnica “low cost”, facilmente applicabile in contesto ospedaliero. Le verifiche si concentrano ora sul possibile impiego del reagente per l’identificazione di carcinomi anche ai polmoni, al fegato e al seno. (di Giovanni D'Agata)
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