La crescina per combattere la calvizie?
Numerosi esperti avevano lanciato il sasso in tal senso ed ora l’Istituto Superiore di Sanità, che ha effettuato uno studio su incarico della procura di Torino lo ha confermato. Il tanto reclamato successo della crescina non esiste. E per chi lo commercializza, scatta l’ipotesi di reato di frode in commercio.
Numerosi esperti avevano lanciato il sasso in tal senso ed ora l’Istituto Superiore di Sanità, che ha effettuato uno studio su incarico della procura di Torino lo ha confermato. Il tanto reclamato successo della crescina non esiste. E per chi lo commercializza, scatta l’ipotesi di reato di frode in commercio.
La ricerca condotta dall’ente sanitario nazionale non ha dubbi. Non vi sono prove che scientificamente possano condurre ad una correlazione tra l’utilizzo della sostanza e la crescita dei capelli. In particolare il clamore riguardo questa sostanza riguarda l’ipotetica capacità del principio attivo di “risvegliare le cellule staminali assopite”. Una caratteristica che la crescina non presenta non avendo “alcuna capacità di agire sulle cellule staminali o sul follicolo pilifero”.
Su questo punto poi il personale dell’Istituto superiore di Sanità è stato ancora più preciso: se davvero la sostanza avesse avuto la proprietà di agire sulle cellule staminali dei capelli, il prodotto di per se stesso non sarebbe potuto essere messo in commercio sotto il nome di “cosmetico” ma sarebbe dovuto essere qualificato come farmaco e come tale sottoposto a dei controlli decisamente approfonditi prima di essere commercializzato.
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