Torno sull’argomento, mi scuserete. Ma dicono, nel vecchio latinorum tanto caro ai rappresentanti di Santa Romana Chiesa, che repetita juvant.
Ieri, sempre su il Simplicissimus, avevo fatto appello all’arcivescovo di Milano Angelo Scola, perché si riflettesse sulla necessità di rinunciare ai privilegi di cui gode la Chiesa, segnatamente ICI e 8 per mille.
Ieri, sempre su il Simplicissimus, avevo fatto appello all’arcivescovo di Milano Angelo Scola, perché si riflettesse sulla necessità di rinunciare ai privilegi di cui gode la Chiesa, segnatamente ICI e 8 per mille.
Non credo che l’Arcivescovo e gli altri esponenti ecclesiastici prendano in considerazione le richieste sacrosante, è il caso di dirlo, che vengono dai cittadini dello Stato Italiano, stato sovrano che li ospita a titolo gratuito. E probabilmente devo aver sbagliato nella scelta dell’interlocutore.
Rispondendo alle domande dei giornalisti presenti su quale fosse il suo giudizio sulla manovra finanziaria presentata dal governo Monti ha risposto, seraficamente, che i sacrifici fanno parte della vita , dando così ai severi provvedimenti dell’esecutivo l’aura di ineluttabilità di una punizione divina e al ministro Fornero la possibilità di piangerci ancora su.
Mi accorgo che di fronte a questi argomenti c’è poco da discutere, da argomentare. Perciò, pentita per aver osato l’inosabile, rivolgo la mia richiesta al suo destinatario naturale, il nuovo Presidente del Consiglio prof. Mario Monti. Ricordo anche a lui, ancora una volta, che se è possibile rompere i patti con i cittadini, i lavoratori soprattutto, i contribuenti come egli ama chiamarli, a maggior ragione e per gli stessi motivi -la cassa, il pareggio di bilancio, il rigore e l’equità-, pretenda finalmente che la Chiesa faccia, al pari dei cittadini italiani, la sua quota di sacrifici, imponendole il pagamento dell’ICI su tutti gli immobili che la Chiesa sfrutta a scopo di lucro su tutto il territorio nazionale, oltre alla restituzione delle quote dell’otto per mille che siano state impiegate in attività (scuole, oratori, ospedali, residenze per anziani ecc.) che producono redditi mai interamente quantificati e per i quali non è stato mai corrisposto allo Stato Italiano alcun contributo.
Prevedendo se necessario le stesse sanzioni che a ciascun cittadino italiano verrebbero applicate nel caso questo non dovesse verificarsi. Perché se è vero che i sacrifici fanno parte della vita è anche vero che in questa vita prima che nell’altra ci sono regole da rispettare, per la Chiesa come per tutti.
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