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giovedì 8 dicembre 2011

La miopia si previene osservando l'orizzonte

 Uno studio dll'American Academy of Ophtalmology, secondo cui la sempre meno frequente attitudine da parte dell'uomo di rivolgere il proprio sguardo verso l'orizzonte o comunque in lontananza sarebbe alla base dell'aumento di casi di miopia negli ultimi 40 anni. Dal 25 per cento del 1972, infatti, si è passati a una percentuale del 42 sul campione mondiale, con punte dell'80 per cento in alcune zone dell'Asia – ad esempio Singapore – dove non a caso gli spazi antropizzati hanno stravolto più che altrove l'ambiente naturale.

Tutto ciò è legato all'aumento esponenziale del lavoro terziario, oltre che a uno stravolgimento delle abitudini private, con l'ingresso prorompente nella nostra vita dei computer, che obbligano i nostri occhi a una messa a fuoco continua a breve/media distanza.


Per cercare di ridurre queste percentuali, i ricercatori Anthony Khawaja e Justin Sherwin dell'Università di Cambridge suggeriscono una maggior propensione alla vita all'aria aperta, che per ogni ora a settimana in più che vi si dedica garantisce una diminuzione della probabilità di miopia del 2 per cento. Chi è costretto all'uso delle lenti trascorre fuori casa in media circa 4 ore alla settimana in meno rispetto a chi gode di dieci diottrie. Ma qual è la ragione?

Secondo i ricercatori, i motivi in realtà sono due; da una parte l'esposizione alla luce naturale, che a differenza di quella artificiale stimola nella retinala produzione di dopamina, un neurotrasmettitore che fra le altre cose limita la crescita del bulbo oculare; dall'altra, stare all'aria aperta costringe l'occhio a mettere a fuoco l'orizzonte o comunque oggetti più lontani.

Per essere precisi, i ricercatori, che hanno esaminato i casi di circa 11 mila bambini e adolescenti, sono convinti che non sono le ore passate in casa davanti alla tv, al computer o sui libri a determinare il problema, ma la mancata compensazione con un adeguato numero di ore passate all'aria aperta. L'importante, sostengono i ricercatori inglesi, è offrire ai nostri occhi un certo livello di variabilità visiva, in modo tale che il processo di messa a fuoco si “alleni” e si prepari ad ogni tipo di richiesta. (ItaliaSalute)

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