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domenica 15 gennaio 2012

Naufragio della Costa Concordia: la testimonianza di un esperto, il messinese Giuseppe Lanzafame

«E’ stata un’esperienza tremenda. Sono ancora scosso, ma anche furioso perché non si può gestire una situazione di emergenza come hanno fatto il comandante e l’equipaggio della nave. Sono stati degli incompetenti». A lanciare queste accuse in un’intervista all’Ansa non è un passeggero qualunque: Giuseppe Lanzafame, 42 anni, messinese, che insieme alla moglie e alle due figlie di 7 e 14 anni era in crociera sulla Costa Concordia, è infatti stato imbarcato per diversi anni su alcune petroliere come marittimo per un compagnia genovese.

Oggi Lanzafame non fa più che questo lavoro e dirige un grande supermercato a Messina, ma la sua esperienza di uomo di mare lo porta a mettere sul banco degli imputati chi ha gestito le operazioni di evacuazione della nave subito dopo l’incidente. «Ci hanno fatto restare sul ponte per un’ora e mezza senza dirci niente, i passeggeri erano in preda alla disperazione e qualcuno per il panico si è gettato in mare», racconta al telefono mentre si trova su un pullman diretto a Roma con la sua famiglia. «Mi sono subito accorto dell’impreparazione del personale – sottolinea l’ex marittimo – che non sapeva come calare in mare le scialuppe. Inoltre molti non riuscivamo a comunicare con noi perché stranieri: non parlavano italiano, ma neanche inglese. Ad un certo punto ho dovuto spiegare io ad uno di loro come manovrare le scialuppe e mi sono messo alla guida dell’imbarcazione perché loro non sapevano che fare ed erano più spaventati di noi».


Lanzafame ricostruisce poi i momenti terribili dell’incidente: «Stavamo cenando quando è avvenuto l’impatto, nella sala da pranzo la gente ha cominciato a urlare anche se il personale ci diceva di stare calmi. Ho capito subito la gravità della situazione e l’errore del comandante che prima è finito sugli scogli e poi ha fatto una manovra all’ultimo momento, portando la nave in una secca». Fonte: Centonove.it

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