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martedì 14 febbraio 2012

MESSINA: Gli affari mafiosi della spazzatura. Dichiarata la prescrizione per Ofria. Assolto «per non aver commesso il fatto» l’ex maresciallo Palella

Sono passati tre anni dalla sentenza di primo grado, otto da quando scoppiò clamorosamente a Barcellona l’operazione “Gabbiani”, un filone investigativo con cui la Distrettuale antimafia e la Dia fotografarono le mani della mafia sulla gestione della spazzatura, con la visione dei gabbiani che svolazzavano sui cumuli di rifiuti accatastati. E a distanza di tanto tempo ieri pomeriggio la sezione penale della corte d’appello presieduta dal giudice Attilio Faranda ha deciso una prescrizione e un’assoluzione per gli unici due imputati rimasti, il barcellonese Salvatore Ofria e l’ex brigadiere dei carabinieri Angelo Palella, sostanzialmente ribaltando la sentenza di primo grado, che aveva registrato due condanne. Condanne che l’accusa, ieri c’era il sostituto Pg Ada Vitanza, aveva chiesto di confermare: 2 anni e un mese di reclusione per Ofria, 4 mesi con pena sospesa per Palella.



Per Ofria, dopo l’intervento del suo difensore, l’avvocato Tommaso Calderone, i giudici hanno escluso l’aggravante d’aver adottato il metodo mafioso ed hanno quindi dichiarato prescritto il reato di minaccia. Per Palella, dopo l’arringa del suo difensore, l’avvocato Franco Bertolone, i giudici hanno deciso l’assoluzione «per non aver commesso il fatto». In questa storia erano coinvolti il 47enne Salvatore Ofria, ritenuto elemento di primo piano di Cosa nostra barcellonese, e l’ex brigadiere dei carabinieri Angelo Palella, in servizio all’epoca dei fatti alla Polizia giudiziaria della Procura di Barcellona. Le due posizioni non erano comuni: Ofria rispondeva di minaccia aggravata dal metodo mafioso nei confronti dell’allora dirigente dell’Ufficio tecnico comunale di Barcellona, l’ingegnere Salvatore Bonavita, per costringerlo ad affidare ancora una volta il servizio alla cooperativa che per trent’anni aveva gestito la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti a Barcellona. Il brigadiere Palella era accusato solo di rivelazione di segreto d’ufficio, poiché avrebbe informato l’allora presidente della cooperativa “Libertà e Lavoro” Andrea Aragona (che nel frattempo è deceduto), dell’esistenza di un’inchiesta sul business dei rifiuti.(n.a.)

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