Da mezzogiorno e fino alle due del pomeriggio, prima Bisognano e poi Centorrino, hanno raccontato quello che sapevano rispondendo alle domande del sostituto della Dda Fabio D’Anna e di alcuni dei difensori, gli avvocati Carlo Autru Ryolo, Salvatore Silvestro e Giovambattista Freni, che in controesame hanno fatto di tutto per far emergere lacune e contraddizioni nel racconto dei due collaboranti.
Ha cominciato Bisognano, nel ripercorrere la sua carriera criminale e i motivi della collaborazione l’ex boss dei Mazzarroti ha ripetuto in aula ancora una volta i nomi dell’avvocato Rosario Cattafi come vertice dell’ala non militare di Cosa nostra barcellonese e del boss Giuseppe Gullotti come capo dell’ala militare, quanto meno quando lui faceva parte del sodalizio criminale barcellonese. Venendo invece a quello che sa sulla storia di MessinAmbiente, Bisognano ha tirato in ballo l’ex ad di MessinAmbiente Antonio Conti, che comunque ha dichiarato di non conoscere personalmente.
L’altro collaborante Centorrino ha confermato che i gruppi messinesi percepivano “mazzette” ed altri particolari rilevanti
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