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venerdì 10 febbraio 2012

MESSINA, IL PROCESSO ‘SISTEMA’ - LA VERITA’ SECONDO IL TESTIMONE DI GIUSTIZIA MARCHETTA

Marchetta, ‘La mia famiglia vittima della mafia’. L’architetto ha riferito che pagò 5.000 euro al boss Carmelo Bisognano in un ufficio della sua ditta: La mia famiglia è stata costretta a pagare per anni le mazzette alla mafia barcellonese sugli appalti.

Quella con Di Salvo «non era un’amicizia, era una conoscenza… alla luce di oggi ho sbagliato ma bisogna mettersi dalla parte mia, la paura è normale». Mio padre «ha pagato sempre». Io «facevo gare d’appalto, non frequentavo i cantieri». Non si pagava per i lavori privati, era una prassi. La mafia «usa venire a cadenze precise» per incassare la tangente del 3%, che era “flessibile”. Bisognano mi venne presentato da Di Salvo nel 2004, incassò il “pizzo” o s’interessò ai pagamenti per i lavori pubblici di Caronia, Militello Val di Catania e Floresta. Dalle dieci del mattino fino alle sei del pomeriggio l’architetto barcellonese Maurizio Marchetta ha raccontato tutto sul “Sistema”, ieri, al processo d’appello. Marchetta, che è stato anche vice presidente del consiglio comune di Barcellona per An (ieri ha raccontato che il suo referente nazionale era l’ex ministro Maurizio Gasparri), ha cominciato dalla sua scelta di diventare un teste di giustizia, anche salvaguardando nelle dichiarazioni i suoi familiari per proteggerli, e poi progressivamente ha allargato il raggio d’azione rispondendo alle domande del sostituto pg Salvatore Scaramuzza, del suo difensore, l’avvocato Ugo Colonna, e del difensore di Bisognano, l’avvocato Fabio Repici. Ha dato tra le righe della sua lunga deposizione anche una notizia molto particolare, ovvero quella di aver «denunciato l’on. Alfano e ho denunciato qualche altro professionista, ma ci sono delle indagini in corso». E in più d’un occasione indirettamente ha “risposto” al pentito ed ex boss dei Mazzarroti Carmelo Bisognano, che all’udienza scorsa del 28 novembre 2011 lo aveva accusato di essere “organico” alla mafia.

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