Pagine

giovedì 29 marzo 2012

LA MESSINA IN MANO A POCHI: Mortelle-Tono, la speculazione è a monte. Aree agricole che diventano di fatto edificabili, un insensato consumo di territorio e la “cesura” con il mare

Chi potrebbe essere contrario a un Parco urbano? Solo uno stolto o un arido affarista. Ma non è certo questo il nodo cruciale da sciogliere. La discussione che sta infiammando il dibattito cittadino sul Piano particolareggiato della linea costiera Mortelle-Tono ha messo in risalto alcuni aspetti, trascurandone altri altrettanto rilevanti, tra cui quello forse più importante di tutti.

La (presunta) speculazione edilizia non riguarda la fascia del Piano proposto dall’assessore Gianfranco Scoglio ma è insita a monte dell’intera operazione. E a spiegarlo è il Consiglio dell’Ordine degli architetti che ha dedicato un’intera seduta per approfondire il tema in questione. Cosa è accaduto e cosa può accadere? Il primo dato rilevato è il consistente ampliamento dell’ambito delle aree soggette a Piano particolareggiato, «già esattamente individuato all’interno del Prg vigente e di cui il Ppe deve essere strumento esecutivo di attuazione».

Di fatto, il confine meridionale del Piano particolareggiato, previsto ben al di sotto della strada statale, è stato ampliato verso sud fino al limitare della stessa “113″, aumentando la superficie interessata dalla Variante in questione di circa il 60 per cento del perimetro originario, comprendendo aree agricole già declassate dall’assessorato regionale al Territorio in fase di esame e di approvazione del Piano regolatore generale. «Conseguentemente – è il ragionamento dei componenti della commissione “Governo del territorio” dell’Ordine degli architetti – sono stati incrementati sia la volumetria insediabile nell’intera fascia costiera della Mortelle-Tono sia il numero degli abitanti da insediare. Per questo, anziché redigere un Piano particolareggiato attuativo del Prg vigente, è stata proposta una variante di crescita ed espansione urbana». Lo dicono gli addetti ai lavori, dunque, non gli ambientalisti pronti a dire no a tutto: assieme al “parco”, agli “orti”, alle “dune” e ai “lidi”, vi è un evidente disegno di “espansione urbana”. Non vogliamo chiamarla speculazione edilizia? Bene, ma in qualche modo va pur chiamata. E attenzionata.
... (da Enricodigiacomo)


Nessun commento:

Posta un commento