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giovedì 26 aprile 2012

Il 25 aprile è solo la festa della liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo


Nei giorni scorsi, a Roma, nei tabelloni del comune, sono stati affissi degli immondi manifesti con la foto di brigataccie nere passate in rassegna da Pavolini che è stato l’ultimo segretario del partito fascista.

di Citto Saija

Nel manifesto che porta le date del 25 aprile 1945 e del 25 aprile del 2012 si ricordano i cosiddetti “ragazzi di Salò” dicendo che “gli eroi son tutti giovani e belli” utilizzando la frase di una canzone di Guccini e sul giornale “Il fatto quotidiano” proprio di oggi leggiamo che nel bilancio del Campidoglio sarebbero stati stanziati ben 11 milioni di euro per comprare uno stabile a pochi metri dalla stazione Termini per donarlo a “Casa Pound”.

Di fronte a questi episodi che evidenziano un fascismo latente e che può anche risorgere, bisogna affermare che il 25 aprile è solo la festa della liberazione dal nazi-fascismo e che non può essere contaminata dalla retorica patriottarda e militarista.

Il 25 aprile non è quindi la festa di “tutto il popolo e la nazione italiana”, ma è la festa della gran parte del popolo italiano antifascista e di tutti coloro che hanno rinnegato il fascismo.



Certamente non può essere la festa di coloro che con un manifesto blasfemo inneggiano ai “ragazzi di Salò” definendoli eroi. I ragazzi di Salò non sono stati certo degli eroi e sono morti per una causa sbagliata. Avendo la capacità di intendere e di volere hanno optato per il fascismo e come giustamente scrive Furio Colombo, ex direttore del quotidiano “L’Unità”, “non erano soldati per combattere. Erano soldati da rastrellamento… impegnati a tempo pieno a trovare e catturare cittadini italiani ebrei, bambini e malati inclusi, da consegnare ai camerati tedeschi per lo sterminio nei campi”.

Il 25 aprile dobbiamo ricordare tutti quei giovani che morirono da partigiani e resero possibile la nascita della Repubblica italiana fondata sulla Resistenza al fascismo. Senza il loro sacrificio non avremmo avuto la Repubblica e l’attuale Costituzione che dobbiamo difendere anche per chi verrà dopo di noi.

Il 25 aprile dovrebbe essere il giorno del ricordo e dell’impegno per costruire un’Italia sempre più democratica. I partigiani erano coetanei dei giovani che hanno militato con la cosiddetta Repubblica di Salò, ma hanno fatto una scelta di libertà sacrificando spesso anche la vita per la libertà.

La differenza deve essere evidenziata, in caso contrario si rischia di cadere nella retorica e nel qualunquismo.

Il 25 aprile è quindi la festa degli antifascisti, di chi ha lottato contro il fascismo di ieri e di chi continua a lottare contro il risorgente fascismo di oggi. Tanti uomini e donne provenienti dalla cultura fascista sono presenti nel Parlamento italiano, sono assessori in regioni e sindaci in vari comuni, compreso quello di Messina.

L’unica unità possibile è tra tutti coloro che oggi vogliono opporsi a qualsiasi tipo fii fascismo che può risorgere con nomi e volti diversi.

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