Con la spending review la Salute taglia fiere, fiction e vetrine. E spunta una lista di spese veramente inutili
Il ministro della Salute Renato Balduzzi sforbicia un po’ di spese del suo ministero. Alla fine potrà risparmiare circa 700 milioni di euro. Che nel budget della sanità italiana sono davvero briciole. Ma fa bene, perché briciola dopo briciola si fa un pasto. Ciò che colpisce, però, è l’elenco dei costi eliminati. A partire da un’improbabile elargizione di 250 mila euro alla Fiera del Cavallo di Verona.
Che a Verona vendano cavalli o li mettano in mostra è una cosa che non mi interessa affatto. Ma se scopro che lo fanno coi soldi levati all’assistenza agli anziani (sforbiciata da precedente governo) mi incazzo davvero. Poi mi viene in mente che uno dei sottosegretari della Salute del governo Berlusconi è stata la biondissima leghista veronese Francesca Martini, grande appassionata di ippica. E allora mi incazzo ancora di più. E l’opaco Balduzzi mi sembra un gigante.
Non solo: se vi sembra impossibile che la Rai si faccia pagare per far fare ginnastica nelle sue fiction e per animarle con carciofi e spremute di arance, allora vi incazzerete anche voi nell’apprendere che dalle casse della Salute (quindi a discapito dell’assistenza ai malati) sono usciti un milione e mezzo di euro per una convenzione con la Rai che per questo si impegnava a promuovere stili di vita salubri nelle sue trasmissioni (cosa che la Tv pubblica dovrebbe fare, per sua missione, gratis). Cosa è stato prodotto di così importante per la salute degli italiani? Niente, se non una ridicola miniserie, “Brava Giulia” . Balduzzi ha sforbiciato anche lì: da oggi niente regali al carrozzone di viale Mazzini. Che, però, intanto quel miione e mezzo se lo è pappato.
Fin qui, immagino, tutti d’accordo. Il nuovo ministro sforbicia, poi, una pletore di “Giornate nazionali”, da quella del malato oncologico a quella dell’Aids dei trapianti, e così via. Pochi soldi, che però tutti insieme pesano. E questo mi spinge a qualche considerazione più seria che non quella sui regali ai cavalli veronesi.
Di “Giornate nazionali” ce ne sono ormai moltissime. Sono fatte con le migliori intenzioni, per porre l’accento su temi la cui gravità fa tremare le vene. Dovrebbero servire a parlare delle malattie, a spiegare come si prevengono, a porre questioni di politica sociale. E spesso lo fanno. Ma sono troppe. Sono così tante che sono sparite dai media. restano con qualche passaggio-spot e i volontari in piazza. E persino un’addetto ai lavori le confonde e se le dimentica. Mi viene da pensare che il loro impatto, stando così le cose, sia vicino allo zero. Non solo: spesso sono macchine complesse e costose. Forse la forbice di Balduzzi può servire a un ripensamento. Può indurre le associazioni (benemerite) dei malati a ripensare dei metodi più efficaci. E questo blog è a disposizione per chi vorrà avviare e proseguire la discussione. (ilvasodipandora)
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