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martedì 8 maggio 2012

Sanità, il ministero in rosso fisso la guerra di Balduzzi alle ... - La Repubblica

Quella definizione anglosassone ormai abituale anche da noi spending review è diventato il riferimento quotidiano per il ministero della Salute, che per missione dovrebbe occuparsi di emergenze sanitarie e lungodegenze cliniche. Il dicastero in lungotevere è tra i più costosi della pubblica funzione e l’applicazione dei tagli alla spesa corrente è diventata un manifesto anche qui. Lo staff di Renato Balduzzi, 57 anni, costituzionalista cattolico, già capo dell’ufficio legale del ministero guidato da Rosy Bindi, alla domanda "che cosa avete fatto nei primi sei mesi di attività?" produce un nutrito elenco di spese ridotte. Dopo le 18,30, per dire l’ultima iniziativa, nessuno deve essere più sorpreso a lavorare nell’enorme sede romana dell’Eur (oltre mille dipendenti): metterebbe in crisi la razionalizzazione del consumo di riscaldamento (in inverno), di aria condizionata (in estate) e di luce elettrica (sempre). Su venti autoblù in dotazione, nove sono state tagliate. Le sopravvissute sono in leasing. I finanziamenti a riviste "d’area" sono stati aboliti ("Quattro zampe", grazie all’intervento dell’ex sottosegretario leghista Francesca Martini, riceveva 64 mila euro l’anno). Le rassegne stampa sono state ridotte a venti copie (con un abbattimento del 70% del consumo della carta), i convegni oggi si organizzano con 20 mila euro (ne costavano oltre 100 mila). I viaggi di lavoro sono stati limati: quattro persone all’ultimo Consiglio informale dei ministri dell’Unione europea, tenuto a nord di Copenaghen.

L’impegno del tecnico Balduzzi sul fronte dei costi vivi è chiaro, ma anche il neoministro dopo la Bindi e Veronesi, dopo Sirchia e Storace, dopo Livia Turco e Ferruccio Fazio sta faticando nel rapporto con le Regioni, che nella Sanità moderna rappresentano il "buco nero", la questione irrisolta.

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