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mercoledì 9 novembre 2011

L’ultima furbata di Silvio: e stiamo ancora a guardare

Il rendiconto dello Stato è stato approvato a minoranza, ma il rendiconto che questo ceto politico e questa classe dirente devono al Paese ancora non c’è stato. Berlusconi è riuscito a strappare un nuovo rinvio delle sue dimissioni: esattamente come l’anno scorso ha un mese per comprare a destra e a manca i disonorevoli che gli mancano, recuperare le pecorelle smarrite. E alla fine riusxcirà ad andare ad elezioni anticipate da premier in carica o quasi attraverso gli ectoplasmi di Letta, alfano o qualcun altro fedelissimo.


Intanto le lettere della Ue si accumulano: com’è ovvio la vertiginasa salita degli spread ha già abbondamente bruciato la prima manovra e ora se ne chiede una aggiuntiva. Forse per un giorno o due il massacro si fermerà, ma con il permanere di questa situazione di incertezza assoluta la situazione finirà per precipitare. Infatti se i nostri titoli di stato rimarranno costantemente al di sopra dei 450 punti, per darli in pagamento o in garanzia occorerrà un aggiunta del 15% sulla cifra e questo sarà un’altra mazzata.


La Banca d’Italia, molto ottimisticamente fa sapere che l’Italia può resistere fino a intetressi dell’8% sui bpt, ma ormai non ci manca moltissimo e varcata quella soglia si arriva direttamente in Grecia. I mercati fanno sapere di non gradire Berluscon e i suoi pasticci, la sua inazione. Eppure non riusciamo a liberarci di quest’uomo: mancano idee, coraggio, dignità, si naviga a vista con le prudenti manovrine parlamentari senza avere la fibra di dire finalmente basta. E questo pur in una prospettiva di continuità nella macelleria neoliberista. Siamo un Paese grottesco.


Napolitano non può, non vuole o non è riuscito ad imporgli un immediato voto di fiducia, le opposizioni non hanno il coraggio di votare no come se il rendiconto fosse più importante della resa dei conti, l’informazione si barcamena in qualche modo tra un colpo al cerchio e l’altro alla botte. L’oscena realtà è che l’Italia è così berlusconiana che anche di fronte all’evidenza del disastro non sa davvero ribellarsi.


E mi chiedo a questo punto se non sia il caso di bere il calice fino in fondo, fino alla feccia che è abbondante e amara, di tenercelo fino al 2013, di scontare le conseguenze devastanti del Berlusconi al governo e del Berlusconi dentro di noi. Questo si che sarebbe un vaccino di lunga durata.

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