Argomenti a favore:
- Un innegabile beneficio per la salute pubblica, dal momento che una volta messi a disposizione, questi dati potrebbero essere rianalizzati da tutti gli studiosi, senza che si debba dipendere esclusivamente dall’interpretazione dei dati che viene fatta dallo sponsor del trial e dall’agenzia regolatoria. Come è emerso più volte negli ultimi anni, l’uno e l’altro possono essere fallaci e influenzati da importanti conflitti d’interesse
- La disponibilità dei dati grezzi dei trial potrebbe essere di grande aiuto direttamente a clinici e pazienti, i quali, sostenuti da adeguati strumenti informatizzati, potrebbero diventare in grado di sviluppare modelli predittivi di efficacia per singoli profili di pazienti. In altre parole, avere a disposizione questi dati sarebbe di grande aiuto per lo sviluppo di decisioni terapeutiche personalizzate sulla base della somiglianza/dissomiglianza con i pazienti entrati nel trial.
- Il rischio che dai dati grezzi si possa risalire all’identità di qualche singolo paziente che ha partecipato al trial. Un rischio che si fa molto marcato soprattutto per trial riguardanti malattie molto rare.
- Il rischio che analisi indipendenti dei dati possano a loro volta non essere esenti da conflitti di interesse. Magari interessi non direttamente economici, ma ad esempio la tentazione di approfittare di un’interpretazione molto personale dei dati nel tentativo di mettersi in mostra nella comunità scientifica. In un universo accademico governato dalla folle legge del “publish or perish”, potrebbero saltar fuori interpretazioni e commenti distorti, che però potrebbero far presa sulla pubblica opinione. Basti pensare al rischio di generare timori infondati su efficacia e sicurezza delle vaccinazioni e di indurre pazienti cronici a interrompere i loro trattamenti.
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