«Chiederò all’Udc – ha spiegato Lupo subito dopo l’approvazione della sua relazione – di condividere la nostra mozione di sfiducia». «La direzione di oggi – ha, quindi, aggiunto – è importante perché da qui dipende la nostra possibilità di costruire una proposta vincente per i prossimi cinque anni. Oggi dobbiamo fare il passaggio sulla mozione di sfiducia per aprire una fase politica nuova. Le elezioni regionali siciliane - ha detto ancora il segretario del Pd - sono un test importante anche sul piano nazionale». Poco dopo, conversando con i giornalisti, il segretario del Pd è tornato a parlare della mozione di sfiducia. «Noi la presenteremo – ha detto – e speriamo che ottenga degli effetti concreti in tempi brevi. Certamente, la mozione deve prima essere preparata, poi faremo un giro di consultazioni con i gruppi parlamentari per capire chi è disposto a votarla. Noi speriamo che tutto si possa concretizzare anche nelle prossime settimane.
In quanto alle nomine effettuate dal presidente della Regione prima delle sue dimissioni, Lupo si è detto pronto «a votare il testo presentato dall’Udc, un partito - ha precisato - importante per noi, come sottolineato anche dalla direzione nazionale del Pd. Insieme ai partiti del centrosinistra valuteremo». E a chi chiedeva un commento sulle annunciate candidature per il centrosinistra alla successione a Lombardo, il segretario del Pd ha replicato: «Al momento atteniamoci a quanto deciso oggi». Di analogo tenore la risposta data da Giampiero D’Alia, che da molti viene visto come il probabile candidato alla presidenza della Regione per la coalizione Udc-Pd. «Partecipare alla lotteria delle candidature e delle alleanze in questo momento – ha dichiarato a margine della riunione del comitato provinciale di Agrigento – sembra sinceramente uno schiaffo ai problemi dei siciliani».
«Capisco che nella patria di Pirandello – ha commentato a sua volta il presidente della Regione Lombardo alla notizia del voto della Direzione regionale del Pd – non c’è da meravigliarsi di alcunché, ma la storia della mozione di sfiducia del Pd contro il governo del quale hanno fatto e continuano a fare parte assessori tecnici di suo riferimento è veramente una farsa». «Cosa sfiducia il Pd – si è, quindi chiesto – la riforma della sanità o quella dei rifiuti o forse disapprova quella della formazione? O forse gli ispiratori della mozione sfiduciano se stessi e mettono in discussione la scelta, da loro stessi più che condivisa, delle dimissioni a fine luglio?». «D’altronde – ha concluso Lombardo– qualcuno dovevano pur sfiduciare. In un primo tempo avevamo mirato a Lupo e ora tocca al mio e al loro governo. Mi accorgo che chiedere un minino di serietà e dignità in questa vicenda è chiedere troppo». Michele Cimino - GDS
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