Salvo grazie ai volontari, è in cerca di adozione.
di Salvatore Libero Barone
GEAPRESS – Sarebbe rimasto all’interno della gabbia trappola per più di dodici ore, in alcune delle quali, peraltro, esposto al cocente caldo estivo siciliano. C’è da chiedersi, a dire il vero, quanto ancora avrebbe dovuto attendere, prima di una degna sistemazione, se non fosse intervenuta una ragazza, in vacanza da quelle parti, indignata da ciò che si presentava, per caso, dinanzi ai suoi occhi. Accade tutto a Sant’Agata di Militello, in provincia di Messina. Come spesso ormai succede, foto dimostrative e conseguente tam tam mediatico richiamano la dovuta attenzione. Si allarga, in pochissimi istanti, l’opportuno bacino d’utenza, sollevando il polverone, grazie al quale, spesso, si ottiene una qualche, parziale giustizia. Viceversa, tutto tace e nessuno, incredibilmente, sembra accorgersi di nulla.
Secondo indiscrezioni, la cattura dell’animale, avvenuta per mano della Polizia Municipale, si presentava indifferibile, a seguito delle diverse segnalazioni dei residenti del posto. Purtroppo, sostengono dal Comando dei Vigili Urbani, i mezzi a disposizione sono pochi e bisogna tener conto dell’incolumità pubblica.
L’esemplare, un meticcio di taglia medio grande, ha circa due anni ed è ospitato, da un paio di giorni, presso l’ex mattatoio di Sant’Agata di Militello. “Aveva la coda fra le gambe ed era impaurito” ha dichiarato Liliana Salerno, vice presidente dell’Associazione S.O.S. Amici Randagi, che ora cerca adozione per il povero cane.
E’ stato chiarito l’equivoco, secondo cui dal Comando dei Carabinieri non avrebbero voluto accogliere la denuncia nei confronti dell’amministrazione comunale. Pare, infatti, che una denuncia sia stata inoltrata, proprio da chi per prima aveva dato l’allarme, trovando la piena disponibilità dell’Arma dei Carabinieri.
Il cane, una volta trasferito nella struttura comunale, è stato sottoposto alla consueta visita veterinaria. “Attendiamo l’esito degli esami clinici – continua la Salerno – prontamente inviati all’Istituto Zoo profilattico di Palermo, necessari per poter avviare la profilassi adeguata del caso”.
La vicenda mostra e denuncia, ancora una volta, l’inadeguatezza, o ancora peggio l’assenza, di mezzi e strutture siciliane, a fronte di un numero sempre più ingente di animali vaganti, poco assistiti e quasi sempre dimenticati. La legge regionale n.15 del 2001 sancisce precisi obblighi e responsabilità amministrative, troppo spesso disattese, senza mezzi termini.
Sterilizzazioni, ricoveri adeguati, convenzioni con Associazioni e con ambulatori privati costituiscono l’abc della lotta al randagismo, presentandosi essenziali per la tutela ed il benessere degli animali e della cittadinanza con cui gli stessi, ormai, convivono e condividono gli spazi.
Senza contare, in ultimo, che le Forze dell’Ordine, se supportate adeguatamente dalle Amministrazioni, non si troverebbero perennemente disorientate e costrette ad effettuare interventi discutibili, con mezzi fatiscenti ed in condizioni decisamente inaccettabili.
(nuovosoldo)
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