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mercoledì 17 ottobre 2012

Maxitruffa farmaci, pediatri aumentavano dosaggi ai bimbi: 67 indagati. PERQUISIZIONI ANCHE A MESSINA

(LaPresse) – Medici pediatri prescrivevano dosaggi di farmaci ben al di sopra delle indicazioni terapeutiche, prendendo soldi dalle case farmaceutiche. E’ il centro dell’indagine ‘Do ut des’ del nucleo antisofisticazioni dei carabinieri di Bologna che ha portato a 77 perquisizioni in tutta Italia e a indagare 67 persone. Le perquisizioni, spiegano i militari, sono condotte in studi e abitazioni dei medici e sono finalizzate proprio a verificare le prescrizioni dei farmaci e la loro appropriatezza in relazione alle patologie dei pazienti curati. L’inchiesta riguarda in special modo i pazienti pediatrici. E’ emerso infatti che proprio i piccoli pazienti erano al centro degli accordi corruttivi con prescrizione di dosaggi ben al di sopra delle indicazioni terapeutiche. L’indagine, condotta dal nucleo antisofisticazioni dei carabinieri di Bologna e coordinata dalle procure della Repubblica di Rimini e Busto Arsizio (Varese), ha portato alla scoperta dell’esistenza di una collaudata e vasta organizzazione di informatori scientifici di una nota azienda farmaceutica che, per incrementare le vendite di alcune tipologie di farmaci, dava o comunque prometteva somme di danaro, viaggi di piacere all’estero, oggetti di valore ed altro a medici di strutture ospedaliere pubbliche e private del territorio nazionale, per oltre mezzo milione di euro.



Al centro dell’inchiesta una casa farmaceutica del Nord Italia. Le indagini sono partite sulla scorta di un’altra inchiesta dei Nas di Bologna, relativo a casi di doping tra minori. Esaminando le attività di alcuni pediatri, i militari hanno scoperto trasferimenti sospetti di denaro tra l’azienda e i medici: somme che direttamente o indirettamente arrivavano agli specialisti, spesso camuffate come compensi per consulenze. Naturalmente i medici ricambiavano prescrivendo i farmaci di quella azienda e non di altri, in alcuni casi eccedendo con i dosaggi. Una volta trovati diversi elementi di prova, i Nas hanno ottenuto dalla magistratura i mandati di perquisizione: nel mirino gli studi e le abitazioni di medici in 28 province diverse. Obiettivo trovare gli effettivi riscontri tra le prescrizioni, i relativi dosaggi e le patologie, per individuare tutte le anomalie. I reati per cui si procede vanno dall’associazione a delinquere, alla corruzione, all’istigazione, alla corruzione, alla truffa in danno del Servizio sanitario nazionale, dal falso al comparaggio. Gli informatori scientifici, infatti, sollecitavano i medici indagati (specialisti in nefrologia, endocrinologia e pediatria) ad aumentare le prescrizioni di alcuni farmaci, con l’inserimento in terapia di nuovi pazienti, promettendo danaro o altri beni materiali. In alcune circostanze, i medici non esitavano ad aumentare le somme pretese talché alti dirigenti dell’industria farmaceutica incontravano personalmente i medici.

 Le perquisizioni si sono svolte nelle province di Ancona, Ascoli Piceno, Bari, Brescia, Cagliari, Caserta, Chieti, Ferrara, Firenze, Frosinone, Genova, Lucca, Mantova, Messina, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Pavia, Perugia, Pescara, Roma, Terni, Torino, Trento, Trieste, Verona e Viterbo. (da enricodigiacomo)

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