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sabato 8 dicembre 2012

Pensionati, la metà non arriva a mille euro al mese

di Mirco Viola
Sono messi male i pensionati italiani: oltre la metà di loro ha un assegno inferiore a 1000 euro al mese. I dati li ha diffusi l’Inps, segnalando che i pensionati sono in tutto 7,2 milioni. Il 17% può contare su un reddito veramente basso, sotto i 500 euro; il 35% conta tra i 500 e i 1000 euro. Il 24% ha assegni tra 1000 e 1500 euro, il 2,9% oltre i 3000. L’Inps segnala che il reddito pensionistico medio lordo mensile nel 2011 erogato dall’Inps e dagli enti previdenziali era di 1.131 euro (1.366 euro per gli uomini, 930 per le donne). C’e grande differenza a livello territoriale (1.238 al Nord, 1.193 medi al Centro, 920 l Sud). Se invece del reddito complessivo si guarda alla singola pensione (ma oltre un quarto dei pensionati ne ha più di una) l’importo medio è di 780 euro con grandi differenze tra quelle previdenziali (870 euro) e quelle assistenziali (406 euro). Tra quelle previdenziali ci sono differenze significative nelle medie tra quelle di anzianità (1.514 euro medi), di prepensionamento (1.469 euro medi) e quelle di vecchiaia (649 euro medi).


E intanto l’Inps certifica che è anche diminuito il potere d’acquisto delle famiglie: del 3,8% tra il 2008 e il 2011. Nel 2011 si è avuta, a fronte di un aumento del reddito lordo disponibile in termini monetari dell’1,9%, una riduzione in termini reali dello 0,9%. Rispetto al 2007 la perdita di potere d’acquisto delle famiglie nel 2011 è stato del 5,2%. «Questa situazione – scrive l’istituto di previdenza – avrebbe potuto essere ben più grave senza l’intervento compensativo delle prestazioni sociali».

Dalla ricerca emerge anche che le italiane stanno tornando a fare le collaboratrici domestiche: dopo anni nei quali i lavori domestici erano stati sempre più appannaggio degli immigrati, la crisi economica ha riportato nelle case colf del nostro Paese. Secondo quanto emerge da dati dello stesso Inps, infatti, nel 2008 le domestiche e badanti di nazionalità italiana erano 119.936, cresciute negli anni della crisi fino a 134.037 nel 2009, 137.806 nel 2010 e 143.207 nel 2011 (23.000 in più in tre anni, circa il 20%).

Dai dati pubblicati infine emerge anche che tra il 2009 e il 2011 i dipendenti privati in Italia sono diminuiti dello 0,6% (da 12,5 milioni a 12,42 milioni) ma la riduzione è stata consistente soprattutto per gli under 30 con una perdita dell’11,3% e 280.000 occupati in meno in questa fascia di età (da 2.468.000 a 2.188.000). Per i giovani fino a 19 anni in questi due anni il calo è stato del 45,5% (da 110.713 a 60.292). Nel 2011 l’Inps ha speso per ammortizzatori sociali 19,1 miliardi con un calo dell’1,7% rispetto ai 19,4 miliardi spesi nel 2010 (nel 2009 sono stati spesi 18,2 miliardi). Nel 2011 sono stati spesi per prestazioni 10.797 milioni di euro mentre 8.335 sono stati destinati ai contributi figurativi. Per la disoccupazione sono stati spesi 11,66 miliardi, per la cassa integrazione 5,2 miliardi e 2,4 miliardi per la mobilità. (nuovosoldo)

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