“La dichiarazione dell’Onu per i diritti delle donne è una clamorosa violazione della Sharia”. Così i Fratelli Musulmani egiziani hanno definito la carta presentata la scorsa settimana alla 57° sezione della Commissione sulla condizione femminile, funzionale al Consiglio Economico e Sociale (ECOSOC) delle Nazioni Unite e istituita nel 1946.
Secondo la Fratellanza un codice internazionale per combattere la violenza sulle donne porterebbe alla disintegrazione della società. Al Arabiya cita una dichiarazione apparsa sul sito officiale dell’organizzazione: “Questa dichiarazione, se ratificata, porterebbe a una totale disintegrazione della società e sarebbe senza dubbio il passo finale verso un’invasione intellettuale e culturale dei paesi musulmani, eliminandone la specificità morale che aiuta a preservare la coesione all’interno delle società islamiche”...
Soad Shalaby, portavoce del Consiglio Nazionale Egiziano delle Donne, si chiede come sia “possibile che questa dichiarazione porti alla disintegrazione della società? Al contrario conduce verso un’integrazione della donna nel tessuto sociale”. La Shalaby ha inoltre aggiunto che le dichiarazioni della Fratellanza sono legate a una errata interpretazione dell’Islam, religione che mai incoraggia la violenza sulle donne ma che, al contrario, da loro i diritti.
(da diritto di critica)
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