In pratica, nei topi utilizzati per lo studio di questo malattia i ricercatori sono stati in grado di invertire il decorso della patologia, combattendo le placche di beta-amiloide alla base di tutto. La tossina sembra essere stata in grado di migliorare il deficit di memoria spaziale createsi e quello emotivo.
Dichiara Clara Fiorentini capo del gruppo di ricercatori dell’Istituto superiore di Sanità:
Nel corso delle nostre ricerche avevamo già evidenziato come il CNF1 possa stimolare la plasticità cerebrale e combattere i deficit cognitivi e di coordinazione in un modello murino per la Sindrome di Rett, malattia rara del neuro-sviluppo.
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