MESSINA – L’avviso di garanzia ricevuto unitamente alla moglie Graziella Feliciotto nonostante le gravi imputazioni non aveva per nulla scalfito la sua proverbiale verve. “E’ tutto in pefettamente in regola”, aveva assicurato. Parentopoli? “Negli enti sono stati assunti tutti: i nostri parenti, quelli dei sindacalisti e dei politici ma anche di esponenti delle forze dell’ordine e dei magistrati”, aveva attaccato.
Elio Sauta, 53 anni, ex consigliere comunale, delle 15 persone di cui è stata chiesta la misura cautelare dalla Procura di Messina è l’unico ad aver rischiato di finire in carcere. ll motivo lo ha spiegato il giudice De Marco nell’ordinanza di misure cautelari: “L’estrema gravità delle condotte ascrivibili al Sauta, con il corollario di atteggiamenti volti ad ostacolare le indagini meriterebbe la più grave misura della custodia in carcere.
Tuttavia allo stato non vi sono elementi per ritenere la misura degli arresti domiciliari non sufficiente a soddisfare le esigenze cautelari”, ha scritto il magistrato. lntercettato sul telefono e nel suo ufficio, l’uomo che il sindaco Genovese nel 2006 volle alla guida dell’lstituzione per i servizi sociali, risulta agli inquirenti il vero motore del sistema perverso creato ad arte per fare la cresta sulla formazione e per realizzare l’arricchimento personale. Sauta, indagato per 33 dei 53 capi dÍ imputazione complessivi, insieme alla moglie ha creato una girandola di società, Trinacria 2001 Srl, El Fi. lmmobiliare Srl, Sicilia Seruice Srl che hanno finito per avere un oggetto sociale esclusivo: fornire servizi e affittare immobili al suo ente di formazione, aprezzi finali che secondo i consulenti della Procura sono gonfiati. E così, per fare degli esempi, Sauta non si limita secondo l’accusa, come fa con Centro servizi 2000 Srl ad affittare ad un prezzo esorbitante il palazzo di via Principe Umberto (vicenda che coinvolge Genovese e la moglie Chiara, Rinaldi e moglie Elena), ma per conto proprio, con la complicità della moglie e di Natale Lo Presti e Salvatore Natoli, realizza un sistema di sovraffatturazioni di affitto mediante interposizione. ln parole semplici, in varie città siciliane, sedi di corsi dell’Aram, affittava un immobile con una società intestata a prestanomi suoi complici per una somma e poi la subaffittava ad un prezzo doppio o triplo alla “sua’ Aram, scaricato sulle casse pubbliche, appropriandosi così della differenza valutata in centinaia di migliaia di euro dai due consulenti. Elio Sauta è accusato di aver simulato l’acquisto per conto dellAram di un immobile.
La ragione? lntascare 232milaeuro di soldi dell’ente di formazione. ll modo? Da presidente dellAram ha versato, come caparra, nelle casse dell’E/.Fr. Sr/società di sua proprietà, 232mila euro per acquistare un immobile in via Pascoli, di cui El-Fi. Srl era titolare.
L’immobile, in cui l’Aram effettuava corsi, non è mai passato di proprietà e anzi l’ente ha continuato a pagare la pigione pure maggiorata – secondo i consulenti – di 4Omila euro all’anno. La stessa El.Fi Srl è stata usata, secondo gli investigatori, da Sauta per comprare un’Audi A8 per 60mila euro che è stata poi affittata a 29mila euro all’anno allAram: rendicontata e dunque pagata con i fondi della regione Sicilia come se fosse funzionale alla formazione è stata usata per le esigenze personali e familiari. Dall’esame dei movimenti bancari i consulenti hanno rintracciato I’uso di fondi dell’Aram per pagare gioielli per 23mila euro.
Quando nel 2011 sono partite le indagini e la Polizia ha chiesto documentazione, Sauta, ad un suo collaboratore ha consigliato: “Un mio amico della Finanza mi ha detto di non parlare, di prendere tempo, di dire non ricordo, non ce l’ho presente, non so…Così da fari impazzire a iddi (…) Tanto non capiscono niente’, ha concluso con sicumera. Sottovalutando che i magistrati si potevano servire dell’ausilio di consulenti. Che lo hanno per il momento
messo in croce.
MICHELE SCHINELLA – CENTONOVE - See more at: da stampalibera.it
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