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venerdì 25 novembre 2011

Denuncia l’affitto pagato in nero: canone abbattuto a un quinto

PALERMO - Pagare 84 euro al mese anziché 450 per un appartamento di tre vani nel centro di Palermo. Utopia? Tutt'altro. Da ottobre Salvo, giovane capofamiglia che vive con la moglie e un figlio piccolo nella zona del porto, si ritrova con 366 euro in più al mese sul conto in banca, dopo aver denunciato all'Agenzia delle entrate il proprietario di casa che aveva registrato un contratto fittizio. Tutto grazie al decreto legge numero 23 del marzo 2011.



"Pagavo 450 euro al mese - racconta Salvo - ed ero convinto di essere in regola. Ho scoperto per caso che la proprietaria aveva registrato un contratto di locazione da 2700 euro, cioè 225 euro al mese, esattamente la metà". Salvo prova a chiedere spiegazioni, ma la risposta - "Le sembra giusto costringermi a pagare tutte queste tasse allo Stato?" - lo spinge a rivolgersi al sindacato degli inquilini Ania. "All'inizio avevo un po' di paura - spiega - ma nel giro di un mese la questione si è risolta".
Adesso tra locatore e affittuario è sceso il gelo e i due si parlano solo per raccomandate, ma Salvo non tornerebbe indietro. Il suo è il primo caso in Sicilia, il secondo in Italia (il primo a Roma nel mese di giugno).

Ma cosa prevede esattamente il decreto legge in materia di affitti? I proprietari irregolari avevano tempo fino al 6 giugno per sanare la loro posizione. Da quella data l'inquilino può denunciare un contratto non registrato o fittizio, presentando le prove che attestino il suo domicilio nell'appartamento. Bastano una copia del bonifico del canone mensile e le bollette delle utenze intestate a suo nome. Risultato? Un contratto della durata di quattro anni, con possibilità di rinnovo per altri quattro, e un canone pari al triplo della rendita catastale. Uno sconto dell'80 per cento rispetto al valore di mercato. "La gente - spiega Andrea Monteleone, presidente del sindacato Ania - non crede nella giustizia ma soprattutto non conosce le norme. Stiamo seguendo pochi casi e nessuno riguarda studenti fuori sede, che invece rappresentano la fetta più grande del sommerso".

A Palermo la maggior parte degli universitari vive nel centro storico, spendendo tra i 170 e i 250 euro per una stanza singola. L'Ersu - l'Ente regionale per il diritto allo studio - ha appena pubblicato le nuove graduatorie per le borse di studio. Le domande per un posto letto sono state 2337, gli idonei 1348, solo 634 i vincitori. Circa 700 studenti, pur avendone il diritto, non avranno garantito il posto letto dall'Università, andando ad ingrossare il mercato degli affitti. "Ho cambiato tre case negli ultimi anni e sono sempre stato in nero - racconta Sergio, studente di Scienze Politiche - A fronte della richiesta di un contratto regolare sono stato invitato ad andarmene".

Nessuno conosce la possibilità data dal decreto legge. "Non lo sapevo ma comunque non ne usufruirei - continua Sergio - sono altri i problemi degli universitari a Palermo. Come è possibile, ad esempio, che figli di ricchi professionisti vincano borse di studio dell'Ersu?". Dello stesso avviso Vincenzo, di Giurisprudenza: "Meglio cambiare casa che mettersi contro il proprietario". Mentre per Claudia, da cinque anni in affitto di cui gli ultimi quattro in nero, "non conviene tradire il rapporto di fiducia che si crea con il proprietario". Pia, invece, studentessa di Scienze Politiche, due anni fa aveva trovato il coraggio di denunciare: "Non avevo contratto e il proprietario non faceva altro che chiedere soldi. Un giorno chiamai pure la polizia. Alla fine mi offrì uno sconto di cinque mesi sull'affitto e rinunciai alla denuncia. Se all'epoca ci fosse stata questa norma, l'avrei usata sicuramente". Si ferma un attimo, poi ci ripensa: "Non lo so, certo che renderebbe la vita molto difficile".

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