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sabato 19 novembre 2011

Inchiesta crac San Raffaele

Trapelano alcuni particolari dall'inchiesta sul crac del San raffaele. E' il 17 agosto del 2011 quando una teste viene sentita dai pm titolari delle indagini sul dissesto del gruppo ospedaliero di Milano, che le chiedono se le fosse sembrata comprensibile la spesa di 20 milioni di euro per un aereo.



"La decisione è stata di Don Verzè e Cal - è scritto negli atti dell'inchiesta -certamente. Convengo che si è trattata di un'operazione sopra le righe. Non so dire quanto venga sfruttato l'aereo, so che viaggia su Roma, Olbia e in Brasile. Nessuno ci ha mai chiesto di calcolare comparativamente la convenienza di fruire di normali servizi di linea. Posso dire che Don Verzè, vista l'età, non accetta facilmente dei normali check-in quando viaggia in aereo. Convengo che non è esattamente una motivazione seria per fare una spesa così enorme".
L'aereo in questione sarebbe quello acquistato prima del Bombardier, l'unico, quest'ultimo, che compare in un episodio contestato a Pierangelo Daccò.
Secondo i Pm, nell'operazione di acquisto dell'aereo nel 2007 era coinvolta una societa' riconducibile a Piero Dacco', fermato nei giorni scorsi.

"Le consegne delle buste da parte di Pierino Zammarchi al dottor Cal - ha raccontato Stefania Galli, testimone, nel settembre scorso agli inquirenti - sono iniziate orientativamente nel 2005". La donna ha detto ai pm che "le consegne avvenivano all'incirca una volta al mese, saltuariamente anche piu' volte, in base alle richieste del
dottor Cal". Le buste "per quanto a mia conoscenza erano di dimensioni abbastanza voluminose, piu' o meno dell'altezza di 3-4 centimetri e contenevano banconote da 500 euro".
Dal 2005, ogni mese, buste di denaro in contante venivano consegnate dall'imprenditore Pierino Zammarchi all'ex vicepresidente del San Raffaele, Mario Cal (morto suicida il 18 luglio). Lo racconta Stefania Galli, segretaria di Mario Cal, in una
testimonianza resa nel settembre 2011, nell'ambito dell'inchiesta sul dissesto finanziario della fondazione San Raffaele del monte Tabor.

"Le consegne delle buste da parte di Pierino Zammarchi al dottor Cal sono iniziate
orientativamente nel 2005. La frequenza delle dazioni non era regolare. Posso dire comunque che le consegne avvenivano all'incirca una volta al mese, saltuariamente anche piu' volte, in base alle richieste del dottor Cal. Le buste che venivano consegnate, per quanto a mia conoscenza, erano di dimensioni abbastanza voluminose, piu' o meno dell'altezza di 3-4 centimetri e contenevano banconote da 500 euro", ha riferito la ex segretaria di cal.

Alla domanda se qualcun altro poteva essere a conoscenza di questo scambio di buste, Stefania Galli ha detto che "oltre al dottor Cal e a Pierino Zammarchi una delle persone che potrebbe sapere quanto era contenuto nelle buste e' il ragionier Valsecchi (ex direttore amministrativo, ndr).
L'ipotesi al vaglio dei magistrati di Milano e' che il denaro contenuto nelle buste fosse un ritorno in contante dei soldi frutto delle sovrafatturazioni che le societa' di Zammarchi facevano alla fondazione per i loro lavori in appalto. (da rainews24)

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