La strada invada dal fango, i mezzi di soccorso che cercano di rimediare ai danni del maltempo mentre i cittadini si aiutano tra loro con pale e attrezzi di fortuna. Si presenta così Saponara nella zona del massimo disastro, dove è crollata l’abitazione, invasa dal fango, che ha provocato tre vittime. Tra i morti anche un bambino di 10 anni, “un ragazzo d’oro, tranquillo” lo ricordano i vicini, con gli occhi lucidi di commozione, stanchi per la notte di lavoro e per la paura vissuta. Un bracciante cinquantenne, piange mentre spala i detriti davanti a casa della madre: “E’ un miracolo, mia mamma non ci sente bene, è quasi sorda e non si è accorta di niente.
Ha continuato a dormire nel suo letto mentre fuori c’era l’inferno.
Ero terrorizzato, finché non sono riuscito ad aprire casa e a vederla. Solo allora si è resa conto di quello che era accaduto, ci siamo abbracciati e abbiamo pianto insieme. Non può essere che un miracolo, solo un miracolo…” Accanto a lui un bambino, poco più di 10 anni, scappa dalla madre perché vuole vedere il luogo dove è morto il suo piccolo amico Luigi. La mamma lo insegue e cerca di bloccarlo: non ci riesce, lo faranno i militari dell’esercito e i carabinieri, che presidiano la zona e gli impediscono di andare avanti. Molti altri dei quattro mila abitanti di Saponara sono al lavoro: non hanno tempo per lamentarsi o alzare la voce: “Questo è il momento – dice un’anziana – di lavorare, non di parlare. (nuovosoldo.it)
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