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venerdì 25 novembre 2011

MESSINA: Concorso al Papardo. Due medici presentano una denuncia in Procura

Un candidato che, secondo il curriculum presentato, negli stessi giorni partecipava a un convegno a Napoli e effettuava interventi operatori a Catania. Un altro candidato che aveva pubblicato in precedenza uno studio specifico insieme a uno dei membri della commissione esaminatrice, poiché i due «lavorano fianco a fianco» nello stesso reparto ospedaliero. E poi i colloqui effettuati a porte chiuse. Sono solo alcune delle “anomalie” che vengono segnalate dai medici specializzati in Urologia Antonino Inferrera e Francesco Mastroeni, nella denuncia che hanno depositato ieri in Procura tramite il loro legale di fiducia, l’avvocato Bonaventura Candido.



Al centro le procedure di selezione per il conferimento di un incarico quinquennale di direttore medico della Struttura complessa di Urologia dell’ospedale Papardo, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana il 27 agosto dello scorso anno.

Un posto che – scrivono i medici nella denuncia –, «ad oggi, nonostante la procedura selettiva si sia conclusa il 28 settembre 2011, il direttore generale non ha stranamente ancora provveduto ad assegnare ad alcuno dei candidati dichiarati idonei», che in tutto sono tre su otto partecipanti (avevano presentato domanda in undici). Secondo quanto affermano i due medici sarebbero state commesse «gravi irregolarità durante lo svolgimento di tale procedura selettiva; irregolarità poste in essere dalla commissione esaminatrice e che hanno avvantaggiato alcuni candidati». Per esempio uno dei medici che hanno partecipato alla selezione secondo il suo curriculum tra il 2 e il 4 aprile del 2009 si è “duplicato”: per un verso era a Napoli ad un convegno e per altro verso era a Catania al “Vittorio Emanuele” ad operare.

Secondo i due medici denuncianti la commissione esaminatrice non si sarebbe attivata su questa circostanza. I sanitari denunciano inoltre che il 28 settembre «tutti i candidati hanno sostenuto il colloquio in una stanza “a porte chiuse”».(n.a.)

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