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venerdì 25 novembre 2011

MESSINA: “Il Detective”, tutti e 19 rinviati a giudizio. Il processo inizierà il 22 febbraio davanti alla seconda sezione penale

Tutti e diciannove gli indagati coinvolti rinviati a giudizio. Processo che inizierà il 22 febbraio prossimo davanti ai giudici della seconda sezione penale del Tribunale. Tutti e 62 i capi d’imputazione ritenuti sussistenti. Accoglimento integrale delle richieste del pm Federica Rende, che ieri rappresentava la Procura. Ha deciso così nel primo pomeriggio di ieri dopo una lunga udienza preliminare iniziata in mattinata, il gup Daria Orlando, al processo sulla gestione della società d’investigazione e vigilanza “Il Detective srl”. Era il troncone principale dell’inchiesta, quello originato dalle denunce di Daniela Corio, una delle figlie del fondatore Nino Corio, che negli anni scorsi presentò una serie di denunce-querele e successivamente rilasciò una serie di dichiarazioni agli investigatori della Squadra Mobile sui fatti di gestione della società all’indomani della morte della madre, che a sua volta era subentrata nella gestione alla morte del marito e fondatore dell’impresa.



Era il maggio del 2007, quello fu il primo atto di un un’indagine che progressivamente si allargò parecchio, tanto da rendere necessarie diverse proroghe d’indagine oltre che a provocare altri procedimenti penali e cautelari civili sempre collegati alla vicenda. In questo caso si tratta in concreto della parte dell’indagine, (sono infatti in corso altri due tronconi d’inchiesta) che ha al centro la concessione degli appalti per la vigilanza al Policlinico e all’Università e sulla gestione della stessa società dal 2006 al 2008. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di una lunga serie di reati: estorsione, concussione, minacce, rivelazione di segreto d’ufficio, appropriazione indebita con l’aggravante di prestazioni d’opera, truffa, turbativa d’asta, falso in bilancio e falsa testimonianza. Tra gli indagati anche il viceprefetto aggiunto di Messina Gabriella Ciriago, accusata di rivelazione di segreto d’ufficio perché avrebbe consegnato documenti riservati fornendo anche informazioni su richieste avanzate da alcuni dipendenti della ditta. Oltre al vice prefetto aggiunto Ciriago, sono stati rinviati ai giudizio ieri il funzionario comunale Carmelo Altomonte, Pietro Cacace (marito di Daniela Corio), Federica Cacace (figlia di Daniela Corio), Massimiliano Carrozza, Antonina Corio detta “Antonella”, Cristina Corio, Daniela Corio, Natala Corio, l’ex poliziotto Emanuele Galizia, l’impiegato della Provincia Giuseppe Giammillaro (marito di Cristina Corio), Marco Lenci (marito di Antonina Corio), l’avvocato Antonino Lo Giudice, il commercialista Giuseppe Marisca, Pietro Previte, Salvatore Privitera, la congiunta del fondatore dell’impresa Maria Russo, l’ex amministratore della società Vincenzo Savasta e la guardia giurata Pietro Sofia. Gli interventi difensivi ieri sono cominciati in mattinata e sono andati avanti sino al primo pomeriggio. Nel collegio di difesa sono stati impegnati gli avvocati Marcello Greco, Nino Cacia, Giovanni Caroé, Carmelo Scillia, Nunzio Rosso, Daniela Angello, Aldo Lombardo, Pietro Luccisano, Alberto Gullino e Salvatore Saccà. Nel procedimento inoltre Natala e Daniela Corio rivestono la qualifica anche di parti offese insieme ad altre quattordici persone, tra cui il rappresentante legale pro tempore della società stessa. Agli atti di questo procedimento ci sono centinaia di intercettazioni telefoniche e ambientali e accertamenti bancari, effettuati dalla Sezione di polizia giudiziaria della Guardia di Finanza.(n.a.) (da enricodigiacomo.org)

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