Catania. A quindici anni esatti dalla chiusura dell'ospedale «Rinaldi», il destino degli ultimi presìdi sanitari di Vizzini sembra ormai segnato. Il Punto territoriale d'emergenza e il reparto di Lungodegenza dell'ex nosocomio di Vizzini sono infatti entrati nel "mirino" del commissario dell'Asp 3 di Catania, Gaetano Sirna, deciso a non retrocedere di un passo nel suo progetto di rimodulazione dell'offerta sanitaria nella provincia di Catania.
L'EX OSPEDALE «RINALDI» I locali del Pte di via Roma.
L'allarme è stato lanciato dallo Snami (Sindacato nazionale autonomo medici italiani), con un comunicato a firma del responsabile regionale del 118, Antonino Grillo. L'istituzione del Punto di primo intervento (Ppi), infatti, è stato il primo passo per lo smantellamento del Pte, che comporta, di fatto, un passaggio dalla gestione anche di emergenze complessse, al semplice intervento sui codici bianchi. Per tutto il resto, l'utenza sarà costretta a essere trasportata in ambulanza a Caltagirone.
«Vogliamo ricordare alle Asp - sottolinea Grillo, riferendosi anche all'analoga situazione di Adrano - le funzioni dei Pte, che sono presìdi di emergenza e nascono con decreto assessoriale nel 2001, proprio per essere allocati in zone disagiate o lontano da ospedali, per garantire i codici di gravità (gialli e rossi). Vorremmo capire quale logica di taglio trova il razionale nella soppressione dei Pte, in favore dei Ppi istituiti in Sicilia, con medici di continuità assistenziale, impegnati a garantire solo i codici minoritari (bianchi e verdi) e la continuità assistenziale».
Prospettive tutt'altro che rosee anche per il reparto di Lungodegenza, ospitato anch'esso nei locali di via Roma, che non sembra essere nelle "grazie" di Sirna.
Sulla questione, il sindaco di Vizzini, Vito Cortese ha già avuto due incontri con il commmissario dell'Asp 3. La notizia della soppressione del Pte ha spinto il primo cittadino e l'assessore alla Sanità, Lidia Costa, a una presa di posizione, con una lettera inviata, oltre che a Sirna, anche al Prefetto di Catania, Francesca Cannizzo, e all'assessore regionale alla Salute, Massimo Russo. «Esiste una fondamentale differenza di risposta sul territorio - scrivono Cortese e Costa - tra Pte e Ppi, che ha funzione di continuità assistenziale, gestione dei codici bianchi, continuità terapeutica. Per garantire le emergenze ai cittadini riteniamo opportuna la non sostituibilità dei Pte con i Ppi, poichè i livelli di garanzia e di formazione degli operatori sanitari sono di differente preparazione. Se ciò avvenisse, la sostituzione sarebbe sicuramente dettata da una logica errata di risparmio, che mette a rischio la salute del cittadino e del servizio sanitario territoriale, allungando i tempi d'intervento e aumentando gli accessi impropri agli ospedali, e ciò in un territorio già penalizzato per la chiusura dei pronto soccorso negli ospedali territoriali dismessi».
Nel piano dei tagli all'offerta provinciale sanitaria è rientrato anche l'ospedale di Militello. Pochi mesi fa l'inaugurazione della nuova ala, costata 18 milioni di euro, poi la soppressione di alcuni reparti, e adesso, dopo una visita di Sirna, il declassamento a Pta. (infovizzini.it)
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