La Giunta regionale, su proposta del governatore Giuseppe Scopelliti, ha accorpato le Aziende sanitarie locali di Reggio Calabria (Reggio e Palmi) e di Locri nella neo costituita Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria. Contestualmente si è provveduto alla nomina di Rosanna Squillacioti, ex commissario straordinario della vecchia Asp di Reggio Calabria, a Direttore generale della neo costituita Asp.
E qui la vicenda si fa complessa. Con la delibera n. 229 del 15-3-2010, l’ex governatore, Agazio Loiero, aveva proceduto all’accorpamento dell’Azienda provinciale di Reggio Calabria e dell’Azienda sanitaria locale di Locri, nominando Renato Carullo Direttore generale della nuova Asp.
L’attuale presidente delle Regione, Giuseppe Scopelliti, con la delibera 441 del 14-6-2010, aveva stabilito nuovamente l’accorpamento “di diritto” dell’Asp di Reggio Calabria e dell’Asl di Locri in un nuova Azienda sanitaria, facendo decadere Renato Carullo dal ruolo di direttore generale e nominando al suo posto Rosanna Squillacioti come commissario straordinario.
Dopo un lungo excursus di ricorsi, lo scorso 23 novembre, il Tribunale del lavoro di Reggio Calabria aveva disposto il reintegro di Carullo nel ruolo di Direttore generale, avanzando una formale diffida nei confronti del presidente Scopelliti. Nel provvedimento adottato dai giudici si disponeva che il commissario ad acta per l'emergenza sanitaria (cioè lo stesso Scopelliti) desse esecuzione al provvedimento di reintegro entro trenta giorni dalla sua emanazione. In realtà, già nei mesi scorsi il Tribunale si era determinato per il reintegro di Carullo. Tale reinserimento era stato però bloccato dal commissario ad acta attraverso l’adozione di un decreto con il quale si dichiarava che Carullo non poteva riassumere le funzioni di Dg, come ordinato dal Tribunale, poiché lo stesso era già decaduto automaticamente in conseguenza del precedente commissariamento della sanità calabrese operato, nel luglio 2010, dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.
Peccato che tale tesi sia stata smentita dai tecnici ministeriali del “Tavolo Massicci” che non menzionano la nomina dei direttori generali di Asp e Aziende ospedaliere tra i poteri del commissario ad acta. “Si tratta di provvedimenti – si legge nel verbale dell'ultima riunione romana – non direttamente e immediatamente presupposti o correlati o necessari ai fini dell’attuazione del Piano di rientro”.
A questo punto, si è registrato oggi l’ultimo capitolo di questa diatriba legale, con una nuova disposizione di accorpamento, e la relativa nomina della stessa Squillacioti come direttore generale della nuova Asp che fa decadere, ancora una volta, il reintegro di Carullo.
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