Esultano comitati e associazioni ambientaliste che hanno combattuto battaglie pluriennali contro la grande opera. Il Cipe, che ha sbloccato venerdì interventi infrastrutturali per 6,2 miliardi, ha bloccato il Ponte e finanziato invece piani di opere medio piccole immediatamente cantierabili per l’ammodernamento delle scuole (556 milioni), la difesa del suolo (750 milioni), la manutenzione della rete ferroviaria (840 milioni all’interno del Contratto Rfi).
Secondo il Sole24ore, che ieri ha riportato la notizia, «c’è un doppio cambio di filosofia rispetto ai tre anni gestiti dal ministro Tremonti. Si favoriscono da una parte interventi diffusi sul territorio piuttosto che mega opere dai tempi lunghi; e dall’altra si definiscono piani dettagliati e già concordati con il territorio allo scopo di far partire prima possibile le ruspe».
Ora va sciolta la società che avrebbe dovuto gestire il Ponte e che ha delapidato centinaia di milioni.
PONTE STRETTO, WWF: ORA GOVERNO RIGETTI PROGETTO PER EVITARE PENALI A CARICO DEL PAESE.
Il WWF plaude alla revoca del finanziamento di 1,6 miliardi di euro per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. Come atto conseguente, il WWF attende dal Governo in Cipe che ci sia il rigetto del progetto definitivo del Ponte, “non meritevole di approvazione” (come stabilisce il contratto tra Stretto di Messina SpA e il General Contractor Eurolink) per gravi omissioni di carattere economico, finanziario e ambientale. Il WWF ricorda che il 29 luglio scorso la concessionaria pubblica Stretto di Messina SpA ha approvato il progetto definitivo del Ponte per un valore di ben 8,5 mililardi di euro (pari a mezzo punto di PIL). Ora è quindi d’obbligo un atto del Cipe che respinga il progetto definitivo per evitare che lo Stato, e quindi i cittadini, paghino penali scandalose al General Contractor. Infatti se il Cipe approvasse il progetto definitivo, si passerebbe alla fase esecutiva e all’apertura dei cantieri e quindi, secondo il contratto, lo Stato dovrebbe pagare centinaia di milioni di penali per la mancata realizzazione dell’opera.
PONTE STRETTO: LEGAMBIENTE, FINALMENTE CAMBIO PASSO RADICALE.
“Finalmente un cambio di passo radicale sul fronte delle infrastrutture, dopo anni di politica a sostegno esclusivo delle grandi opere”. Il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, accoglie con soddisfazione le decisioni prese durante la seduta del Cipe in merito alla revoca dei fondi destinati al progetto del Ponte sullo Stretto di Messina e alle risorse sbloccate, invece, per l’edilizia abitativa e scolastica, la difesa del suolo e la manutenzione della rete ferroviaria. “Togliere i finanziamenti al Ponte - commenta Cogliati Dezza - mentre se ne sbloccano altri per la realizzazione di opere medio piccole e la manutenzione del territorio e della rete ferroviaria, che ne hanno tanto bisogno, è una decisione che risponde ai reali bisogni del Paese, in netta controtendenza rispetto alla precedente politica. Auspichiamo ora che il governo Monti proceda in questa direzione, chiudendo la società Ponte di Messina e mettendo una volta per tutte la parola fine a un progetto insensato. Ora è necessario aprire un confronto con Regioni e Comuni sulle piccole e medie opere, per ripensare gli interventi secondo obiettivi tecnico-scientifici corretti e di qualita’. Non possiamo però non sottolineare - conclude il presidente di Legambiente - che nelle misure per rilanciare l’economia è del tutto assente qualunque misura che sostenga e stimoli la green economy, l’unico ambito che oggi presenta a livello internazionale serie prospettive di risposta alla crisi economica e occupazionale”. Da enricodigiacomo
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