Un settimanale nazionale pubblica anche foto in cui si vede la compagna dell’assessore Gaetano Armao, magistrato della sezione fallimentare del tribunale di Palermo, salire sull’auto blu della Regione ma lui non è a bordo; viaggi privati con l’auto pubblica che sarebbero avvenuti più volte. Scoppia la polemica e il deputato di Grande Sud Titti Bufardeci preannuncia un’interrogazione per chiedere chiarimenti, visto che proprio Armao, assessore all’Economia pungola sul tema della cultura della legalità e della trasparenza. Bufardeci accenna poi al conflitto di interesse nelle vicende dei termovalorizzatori e del rigassificatore, mentre l’articolo in questione fa riferimento a una serie di società di comodo con sede in Inghilterra ed in altri Paesi. Secondo Armao invece l’articolo «è l’ennesimo atto di diffamazione nei miei confronti, frutto anche della grave inimicizia causata da motivi familiari. In passato lo stesso giornalista è stato più volte denunciato all’Ordine dei Giornalisti e nei tribunali per simili comportamenti».
E aggiunge che per quei fatti ha «ritenuto di presentare esposto alla Procura di Roma per il suo reato e nei confronti delle testate e dei giornalisti che ne hanno riproposto il contenuto. Puntuale è giunta la “ritorsione”. Questo attacco giunge tra l’altro in concomitanza all’ipotesi di impegno, a qualsiasi livello, per la mia città, impegno da me mai sollecitato o cercato – ma soltanto non rifiutato a priori – come dovere di ogni cittadino responsabile di fronte alla tremenda situazione di Palermo. Non mi lascerò certamente intimidire da simili maldestri tentativi».Nella controreplica si fa rilevare che «l’assessore non smentisce i fatti, dice solo di sentirsi perseguitato» e il settimanale conferma per intero quanto pubblicato.
Ritorsioni, dossieraggi, certo armi di ricatto, possibili solo per politici compromessi!
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