C'è chi nasce per fare il servo, chi il Professore di Università, chi il politico come il trota, ognuno ha il suo destino segnato alla nascita. Sgarbi vuole fare l'uomo sindaco. Certo, lui ha un pedigree di tutto rispetto, proviene fresco fresco da un Comune prossimo allo scioglimento per infiltrazioni mafiose. Può dunque aspirare a tanto, sicuramente la città di Parma avrà di cui preoccuparsi, ormai la delinquenza organizzata non ha confini, nemmeno nazionali, anzi sembra essere più presente al Nord che al Sud Italia.
Sciolto il comune Salemi, da lui amministrato, per infiltrazioni mafiose, il critico d'arte ferrarese lancia la sua candidatura emiliana. Il Pdl locale: "Lo prendiamo come un complimento". Ma il suo "non mi sono mai accorto della mafia" sembra echeggiare il "non sapevo" dell'ex sindaco Vignali rispetto al sistema di tangenti che ha sconvolto la sua amministrazione della città ducale.
Ma non c'è più niente da stupirsi, ormai questi politici d'azzardo sono tutti imbecilli, non si accorgono di nulla e tutto avviene a loro insaputa, altrimenti dovrebbero ammettere di essere compromessi con la mafia.
I poteri mafiosi, in qualche modo, non solo hanno abbindolato gli italiani, hanno anche imbrigliato i pochi magistrati onesti. Se l'Italia è in queste terribili condizioni non è certo un caso, o una condizione piombataci addosso per colpa della finanza o degli speculatori terrorizzati di affidarci i soldi. E' invece un insieme di errori e opportunità perse dopo mani pulite. Le bombe di Capaci e Via D'Amelio ne sono la suggellazione. "E' finita" già allora ce lo diceva sconfortato Caponnetto.
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