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venerdì 23 marzo 2012

Colloqui per assunzioni: la password Facebook non si rivela

Facebook non ci sta e risponde per le rime. In seguito alla sempre più diffusa abitudine dei datori di lavoro di chiedere i dati di accesso a Facebook ai propri candidati per un posto di lavoro, il gigante dei social network ha rilasciato un comunicato in cui afferma che tale pratica "indebolisce le aspettative di privacy e la sicurezza sia dell'utente che degli amici dell'utente" e avverte che il dirigente è esposto a "responsabilità legali".

Il comunicato, firmato da Erin Egan, il responsabile dell'Ufficio Privacy di Facebook, specifica che gli utenti del social network non dovrebbero mai rivelare la propria password, permettere a qualcuno di accedere al proprio account, compromettere la sicurezza dell'account stesso o violare la privacy degli amici.



"Abbiamo lavorato molto duramente su Facebook per darvi gli strumenti per controllare chi vede le vostre informazioni - continua il sito in blu - non si dovrebbe essere costretti a rivelare le proprie informazioni private solo per ottenere un lavoro". Il social network ha dunque stabilito che richiedere o svelare la password costituisce una violazione delle condizioni d'uso.

Il sito in blu ne ha anche per i dirigenti che utilizzano questa insolita pratica come metodo di selezione del personale e sottolinea che potrebbe essere discriminatorio non assumere il candidato su cui si è indagato.

"Facebook prende sul serio la vostra privacy - scrive in conclusione il sito in blu - Adotteremo misure per proteggere la privacy e la sicurezza dei nostri utenti, sia tramite i politici o, se sarà il caso, avviando azioni legali" (da puntoinformatico.it).

  Azioni legali solo minacciate, perchè non in tutto il mondo si è liberi di difendere un diritto così basilare. Da  tempo sapevano, ma non avevano nemmeno osato parlare. La schiavitù si nasconde sotto tante forme e solo per tentare di avere un lavoro, ormai anche in Italia si arriva a doversi vendere anche la dignità.

Art.18: licenziamento facile, senza giusta causa, anche nel pubblico impiego

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