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mercoledì 21 marzo 2012

I Moratti vogliono trivellare il Paradiso

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articolo di Maria Ferdinanda Piva per Byoblu.com
 A giorni la Regione Sardegna dovrà pronunciarsi sulla richiesta di scavare un pozzo esplorativo per la ricerca di idrocarburi ad Arborea, in provincia di Oristano. Un po' come andare a trivellare il Paradiso. Il luogo scelto per il pozzo infatti, battezzato Eleonora, è vicino al mare e soprattutto si trova a meno di 200 metri dallo stagno di S'Ena Arrubia e a meno di 100 metri dal complesso del Sinis e degli stagni di Oristano. Si tratta appunto di aree protette di importanza europea legate alla rete Natura 2000 e alla Direttiva Uccelli che - fra l'altro – offrono rifugio ai fenicotteri. Altre tre aree protette dello stesso genere, sempre regno di fenicotteri e non solo, si trovano nel raggio di cinque chilometri da Eleonora: sono gli stagni di Corru S'Ittiri, Santa Giusta e Cirras.



Quella che segue è la tabella delle distanze dal pozzo (burocraticamente definito “sito”), tratta dallo "Studio preliminare ambientale" presentato dalla Saras, la società della famiglia Moratti che intende scavarlo e che è titolare del permesso di ricerca degli idrocarburi nell'area.
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 Il problema tuttavia non riguarda solo gli appassionati di birdwatching. Il pozzo esplorativo rischia di disturbare le attività umane ancor più della natura. Arborea sembra un pezzetto di pianura padana trapiantato in Sardegna: 4.000 anime e 30.000 vacche da latte, la quasi totalità delle vacche sarde da latte, perché lì c'è acqua sufficiente per far crescere il foraggio. Vicino al mare, di regola, le falde di acqua dolce e quelle di acqua salmastra convivono nel sottosuolo su diversi livelli. “La trivellazione esplorativa si spingerà fino a 2.850 metri di profondità. Nessuno può escludere che causi il contatto fra falde dolci e falde salate”, spiega Paolo Piras, 27 anni, studente, che fa parte del “Comitato civico No al progetto Eleonora”. Nel qual caso addio irrigazione, addio foraggio e addio vacche. Lo “Studio preliminare ambientale” sulla trivellazione del pozzo esplorativo, invece, assicura in sostanza che non c'è motivo di temere per le falde e che il disturbo per l'ambiente sarà molto limitato.
 E' ragionevole presumere che la trivellazione troverà un giacimento sfruttabile di idrocarburi. A quel punto, esistendo già il pozzo esplorativo, sarà difficile dire di no all'estrazione. Ma quale sarà il suo impatto sull'ambiente e sulle attività umane? E' il vero punto della faccenda, al quale nessuno sa rispondere. Nemmeno lo “Studio preliminare”, che si occupa esclusivamente del pozzo esplorativo.
 Presumibilmente nel paradiso di Arborea - ovvero alle soglie di tutte le aree protette che gravitano sulla zona – sorgeranno varie infrastrutture come strade e parcheggi. E soprattutto “inevitabilmente andrà effettuata sul posto una qualche forma di raffinazione – dice ancora Paolo Piras – I vari tipi di idrocarburi sono sempre mescolati fra loro, e di solito in un giacimento così profondo sono particolarmente 'sporchi'. C'è il problema dell'idrogeno solforato, sempre presente nei giacimenti. A parte che, in caso si verificasse una fuoriuscita, è mortale già alla diluizione dello 0,1%, bisognerà provvedere alla desolforizzazione: dove vanno a finire poi tutte le porcherie? Mica spariscono magicamente... Il 98% del latte vaccino della Sardegna viene da Arborea, e non so quanti, sapendo dell'estrazione di idrocarburi, continuerebbero a comprarlo”.
 La Regione Sardegna, nel giro di qualche giorno, deve dire se il pozzo esplorativo Eleonora può essere scavato o se invece c'è bisogno di ulteriori studi, attraverso una “Valutazione di incidenza ambientale” o una “Valutazione di impatto ambientale”.

 “Non voglio neanche pensare che concedano subito il vialibera alla trivella – commenta Piras – La Regione qualche tempo fa si è occupata in modo approfondito dell'impatto ambientale di una semplice passerella di legno che si voleva costruire sullo stagno di S'Ena Arrubia”.
 Dedicare a una trivellazione ai confini del paradiso la stessa attenzione riservata a una passerella di legno? Sembra un paradosso, ma è quello in cui sperano gli allevatori di Arborea. E anche i fenicotteri e tutte le mute creature degli stagni.
Maria Ferdinanda Piva

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