Il Pdl, infatti, si oppone strenuamente a una legge anticorruzione più incisiva, soprattutto sul fronte di un inasprimento delle pene, che comporterebbe tra l’altro un allungamento dei tempi di prescrizione, con conseguente maggiore probabilità che i processi per tangenti e simili arrivino regolarmente a sentenza. E così il partito berlusconiano intavola la trattativa. Strumenti di pressione, lo spauracchio delle responsabilità civile dei giudici, già passata alla Camera per iniziativa leghista, e l’eterno ddl sulle intercettazioni telefoniche, la famigerata “legge bavaglio”. Che potrebbero diventare merce di scambio per fermare una riforma troppo dura in tema di corruzione.
Ad associare esplicitamente i tre temi, tra l’altro, il parlamentare pidiellino Osvaldo Napoli, in risposta ale polemiche sollevate da Fli, con Fabio Granata che ha definito gli ex alleati “sempre più lontani dall’essere il partito degli onesti”.
Libero corruttore in Stato corrotto
Il costo della corruzione
Nessun commento:
Posta un commento