L’inchiesta choc che nel novembre scorso s’è abbattuta sull’Atm, ovvero l’ipotizzata truffa ai danni della Regione e dell’Agenzia delle Dogane, «indotte», secondo la Procura della Repubblica, a fornire all’Azienda trasporti maggiori contributi pubblici, attraverso la presentazione di false attestazioni sui chilometri effettuati dagli autobus a Messina, aumentandoli rispetto a quelli effettivamente percorsi: il sostituto procuratore Stefano Ammendola ha chiesto 15 rinvii a giudizio. Truffa aggravata in concorso, falso materiale e falso ideologico, più un corollario di ipotesi di reato che attengono al ruolo di pubblico dipendente, vengono contestati a vario titolo agli inquisiti. Va ricordato che a novembre cinque degli originari 17 indagati, due persone evidentemente sono adesso uscite dall’inchiesta alla luce degli accertamenti degli organi inquirenti, sono stati colpiti da ordine di custodia cautelare ai domiciliari. Francesco Lisa è tornato in libertà su decisione del giudice delle indagini preliminari Daria Orlando; per gli altri quattro – Claudio Conte, Salvatore Orlando, Bartolo Enea e Giuseppe Lampi – il Tribunale del riesame, lo scorso dicembre, ha affermato che non sussistevano quei gravi indizi di colpevolezza che giustificano un provvedimento cautelare, del quale peraltro non vi era neppure esigenza. Il pubblico ministero Ammendola ha adesso chiuso il cerchio investigativo, chiedendo il rinvio a giudizio di quindici tra dirigenti e funzionari dell’azienda di trasporto cittadino davanti al Tribunale in composizione monocratica. L’udienza sarà celebrata il 17 maggio. Per chi è stato chiesto il processo? Per Paolo Altadonna, 66 anni, Antonio Cardia (46), Antonio Giovanni Carpita (47), tutti messinesi; per Carlo Caruso, 47 anni, trapanese; Claudio Conte (56), tarantino di nascita ma messinese a tutti gli effetti; Giovanni Di Pasquale (55) e Bartolo Enea (60), di Messina; Guglielmo Lacava, 38 anni, nativo di Sant’Agata Militello ma con residenza a Sinagra; Giuseppe Lampi (47), Francesco Lisa (56), Vincenzo Maimone (61), Annunziato Mondello (62), Salvatore Orlando (60), Placido Signorino (61), tutti messinesi; e Salvatore Zaccone, 62 anni, nato a Castroreale ma residente a Messina.
Francesco Celi - GDS
Nessun commento:
Posta un commento