Il procuratore aggiunto Ada Merrino e il sostituto Federica Rende hanno chiesto il rinvio a giudizio dell’ex primario del reparto di Ostetricia e ginecologia del Policlinico, Domenico Granese, e del ginecologo Antonino De Vivo, con l’accusa di abuso d’ufficio. Secondo la Procura e sulla scorta delle successive indagini il dott. De Vivo essendo un assegnista a contratto non poteva entrare in sala parto e non poteva assistere le puerpere, o operarle. Proprio a causa della sua presenza nacque una lite tra De Vivo e il collega Vincenzo Benedetto, quest’ultimo responsabile in quel determinato momento del reparto (ma Benedetto ha sempre affermato di essere stato mero soggetto “passivo” della vicenda, ricevendo insuti). Questo avrebbe ritardato il parto provocando danni alla puerpera, alla quale fu asportato l’utero, e al bambino che al momento della nascita riportò lesioni cerebrali.
Al prof. Granese viene contestato un fatto preciso: in quanto primario dell’epoca non avrebbe dovuto consentire l’accesso di De Vivo in sala parto, dalle indagini sembra invece che il medico in altri casi fosse entrato da solo in sala operatoria. Questo è solo un troncone dell’inchiesta, quello principale è legato invece alle conseguenze del parto, per il quale nel novembre scorso la Procura aveva richiesto al gip l’archiviazione per tre dei sei indagati per lesioni colpose e omissione d’atti d’ufficio, richiesta d’archiviazione che riguardava oltre al prof. Granese anche i medici Alfredo Mancuso e Vittorio Palamara. L’istanza seguiva le conclusioni cui era giunto il pool di esperti nominato dalla Procura peloritana, che aveva disposto una prima e una seconda perizia con l’obiettivo di individuare eventuali responsabilità del personale sanitario.(n.a.) Enricodigiacomo
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