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domenica 1 aprile 2012

IL BUCO NERO DELL'INFORMAZIONE


 Open Media Coalition Guido Scorza AGCOM Delibera Diritto D'Autore Copyright nomina Vogliamo trasparenza Claudio Messora Byoblu Byoblu.com

 Il problema di fare una legge è quello di prevenire tutti i modi in cui potrà essere aggirata o, peggio ancora, strumentalizzata. La nuova Delibera Agcom sul Diritto D'Autore, di cui mi sono già occupato in passato ma che ora si avvia al tour de force finale, permetterà ai censori di scorrazzare liberamente tra i contenuti di informazione libera sgraditi e farli a fettine.

 Il principio è semplice (qui tutti i dettagli): se all'interno di un post o di un video includi un qualsiasi frammento di informazione multimediale che deriva da fonti esterne, compresi virgolettati di articoli apparsi sui quotidiani o magari uno spezzone di TG per commentarlo, il proprietario di quel contenuto, magari imbeccato dai poteri particolari che il tuo articolo infastidisce, potrà richiederti di rimuovere immediatamente i contenuti che hai pubblicato, ovvero di eliminare il tuo post e il tuo video. Se non lo farai entro un termine brevissimo, potrà rivolgersi all'AGCOM che, dopo una procedura rapida e sommaria, ordinerà al gestore dei contenuti (per esempio Youtube nel caso di un video o il gestore dei servizi di hosting nel caso di un post) di rimuoverli al posto tuo. E potrà persino rendere completamente irraggiungibile il tuo sito. La magistratura? Superata. In Spagna si sono incazzati per molto meno. 

 Può fare una cosa del genere, l'AGCOM? Certamente no. O meglio: non ancora. Il Governo Monti, infatti, con la liberalità che lo contraddistingue sta per investire l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni del potere assoluto di scrivere normative, renderle vigenti e poi farle rispettare. Un mostro divora diritti, un buco nero dell'informazione pronto a risucchiare con il suo potente campo gravitazionale ogni piccolo asteroide nel raggio di milioni di chilometri.

 Guido Scorza (una vecchia conoscenza delle battaglie di byoblu.com per le libertà digitali) e la Open Media Coalition chiedono dunque trasparenza totale sulle nomine dei cinque monarchi Agcom che entro 45 giorni dovranno essere espresse dal Governo Monti, arrivando a richiedere l'intervento dell'ONU per garantire la l'imparzialità delle scelte e la loro espressione alla luce del sole.

 Ho incontrato Guido ieri sera, ancora una volta alla Stazione Centrale di Milano. Guardate il video dell'intervista.

VOGLIAMO TRASPARENZA

Le nuove nomine AGCOM potrebbero spazzare via l'inforamzione libera sul web

 L'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni è, come probabilmente molti sanno, il soggetto che è deputato nel nostro Paese a controllare, tra l'altro, che tutto vada per il verso giusto quando si parla di contenuti online. Controllare non significa dettare le regole, dettare le leggi. Per quello, normalmente, c'è il Parlamento.



 La Delibera AGCOM sul Diritto D'Autore - la "cosiddetta" delibera Agcom sul Diritto D'Autore - in realtà è una delibera che disciplina la circolazione di tutti i contenuti, a carattere informativo e non, nello spazio pubblico telematico. E' una delibera che l'AGCOM dovrebbe adottare, un regolamento - meglio - che l'AGCOM dovrebbe adottare perché glielo ha commissionato il Ministro Romani con il famigerato Decreto attraverso il quale si è cambiato il nome del vecchio testo unico radiotelevisivo chiamandolo Testo Unico dei Servizi Media Audiovisivi. L'ambito della delibera riguarda qualsiasi genere di contenuto, che si tratti di video, che si tratti di un testo scritto, che si tratti di una web-tv o piuttosto di un blog. Tutto rientra nell'ambito di applicazione della delibera del regolamento in questione e su tutti questi contenuti AGCOM avrà potere di vita o di morte.

 Ecco come funzionerà il nuovo sistema dell'informazione se il nuovo regolamento AGCOM dovesse entrare in vigore per come è stato presentato. Qualcuno ritiene che sotto il vostro video, quello attraverso il quale avete raccontato di un fatto del quale siete stati spettatori e che ritenete abbia un rilievo pubblico, c'è una musica coperta da diritti d'autore. O magari avete postato un contenuto e avete un po' ecceduto nel virgolettato. Ecco: chicchessia potrà scrivervi e chiedervi di rimuovere quel contenuto. Se voi non provvederete a rimuovere quel contenuto ciò che accadrà è che quel soggetto potrà scrivere all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni e potrà chiedergli di tirar giù quel contenuto. L'AGCOM, all'esito di un procedimento sommario, ordinerà al gestore del sito internet di rimuovere il contenuto in questione o, piuttosto, ai provider di rendere irraggiungibili i contenuti dei quali discutiamo. E' un provvedimento senza precedenti, quello del quale discutiamo. Un'autorità amministrativa si ritroverà a decidere, all'esito di un procedimento sommario, chi può dire cosa e chi può leggere cosa. Il tutto nello spazio pubblico telematico.


 Qualcosa sta per cambiare. Il Governo intende infatti attribuire all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni un potere straordinario: un potere da monarca dell'informazione. Il potere di scrivere le leggi ed applicarle. Il potere di vita e di morte su ogni bit di informazione online. La nuova Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni - i suoi membri sono infatti in scadenza - è composta da cinque uomini. Cinque uomini che decideranno, nei mesi che verranno, quali contenuti possono restare online e quali contenuti possono essere accessibili al pubblico italiano. Sarà una super AGCOM. Sarà una monarca dell'informazione. Ed è questa la ragione per la quale è indispensabile preoccuparsi che le nomine dei nuovi membri dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni avvengano in maniera trasparente e rigorosa. La richiesta di una neonata coalizione di associazioni della società civile italiana che rappresenta centinaia di migliaia di cittadini è esattamente questa: chiediamo trasparenza. Chiediamo che il Governo ed il Parlamento si impegnino a rendere noti quanto prima i nomi dei candidati ad occupare le nuove poltrone dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.

 Questa volta vogliamo davvero trasparenza e, per chiederla, abbiamo pensato di rivolgerci alle Nazioni Unite. Presso le Nazioni Unite esiste una figura di straordinario rilievo: è quella del relatore speciale delle Nazioni Unite per la tutela e la promozione della libertà di informazione e di opinione. Nei giorni scorsi, con questa coalizione, abbiamo scritto al presidente del Governo, al presidente del Senato e al presidente della Camera e abbiamo chiesto di invitare qui, in Italia, subito il relatore speciale delle Nazioni Unite perché osservi che la procedura di nomina dei membri dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni avvenga davvero in modo trasparente. Staremo a vedere se il professor Monti, se il Governo dei professori e della trasparenza - perché fu lui stesso a dire che avrebbero agito in maniera trasparente - accetterà questa richiesta o se, viceversa, in Italia continueremo ad aver paura che tutto avvenga alla luce del sole e continueremo a essere convinti che il modo migliore per nominare i membri di una Autorità indipendente sia farlo attraverso bigliettini, foglietti e pizzini scambiati in una conferenza di capi-gruppo, lontano dagli occhi, evidentemente ritenuti indiscreti, dell'opinione pubblica, dei cittadini e dei media. Noi vogliamo trasparenza: ce la daranno?

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