Pagine

sabato 28 aprile 2012

J’accuse: i ricchi sono colpevoli

Anna Lombroso per il Simplicissimus
Mi sembrava di essere stata perfino bonaria nell’aver dato solo della sciocchina a una blasonata e sfrontata  ragazza che dall’alto dei suoi immeritati privilegi aveva dileggiato i suoi coetanei, precari, disperati, cornuti e mazziati. Invece sono stata accusata delle peggiori nequizie: invidia, risentimento, rancore, malevolenza e in ultimo perfino moralismo che nella latitanza della morale, sembra essere quella più infamante.  Perché, così mi è stato detto, essere ricchi non è una colpa. Come non lo sarebbe essere privilegiati e per questo avere delle facilitazioni.

Deve essersi verificato un penoso stravolgimento di etica, pensiero critico, buongusto e buonsenso se non si coglie la differenza tra la festosa condizione di unti del signore e l’approfittarsene fino all’oltraggio di chi non si trova negli stessi opulenti panni. E nel non voler vedere che chi si compiace di favorirlo a discapito di eleganza integrità e uguaglianza lo fa per motivi non certamente nobili: contiguità coi poteri, interesse più o meno diretto, provocazione. Senza contare che essere un’ereditiera non sarà  un crimine. Ma certo è probabile che fortune così cospicue, incrementate da matrimoni e lasciti, oltre che da pingui frequentazioni, possano presentare tra le pieghe, negli interstizi, sotto gli ermellini e i damaschi qualche inquietante sfumatura se non criminale, certo non perfettamente legale. Perché perfino i fan del fasto e della dea bendata - e tendenzialmente ingiusta -dovranno convenire che è difficile sostenere che la via della ricchezza, come quella del potere d’altro canto, possano essere davvero virtuose. ...

Nessun commento:

Posta un commento